LIBRO SETTIMO. 415 Ce'fare folo fenza la Dieta, e l’aifenfo de gli Stati dell’Im- 1629 perio tale autorità il doveife. Ma luilngato con accorta pro-meiTa, che la reftitutione non farebbe follecitata , che per via giudiciaria , e civile , fentì poco appretto deputarti, per efeguir-la, -i Generali dell’ Armi ; i quali , confondendo il dubbio col certo, riempierono d’alteratione l’imperio, & i Principi di danni, e querele. Appariva la machina grande, perche le pezze migliori, e le Ghiefe, c havevano anneill i Principati, fi farebbero aggregate a’Figliuoli, e alla Cafa j il redo, per /,«, uà u promuovere la riforma della Religione, dovea darfi a’ Gefui-ti, da Cefare con immenfe ricchezze efaltati , e creduti au-tori dello ileifo decreto, che, per la conditione de’tempi , fuu/"0"' anco a’ più zelanti inopportuno pareva. Qui non fermandofì i difegni, efpedì (otto il Generale Arnheim in Pruliìa un’ E- apprtffo Ci-fcrcito a favor de’Polacchi , non tanto per grata retributio- ^ar/h'^pijì, ne de’foccoril, ne’più preifanti bifogni ottenuti dal Rè Sigif- fcefoccorf» mondo, quanto per trattenere il Rè di Svetia in quelle par- ^Pol°' ti implicato. Fù però dal coniìglio differente V effetto -, per-che i Polacchi, per natura diffidando de gli ilranieri, & in JisZ'u. particolare avverfl a’ Tedefchi , fubito che fotto il calore di quell’ affiftenza cominciarono a refpirare con qualche profpe- marìfur. rità , ailriniero il loro Rè a ilabilire per fei anni le tregue , g^onesi-Onde Guilavo cominciò a rivolger con animo vailo grandi peniìeri -, e provocato, ò cupido di prevenire T oifefe temu- %u^vc0on te, diede orecchi^ a molti inviti, che per nome de’Principi t ^ ; mal contenti, &c emuli de gli Auffcriaci gli pervenivano j an- a madrina-zi, per tramare qualche intelligenza, & unione , efpedì fe-cretamentc a diveril Principi Volmar, Conte di Faremsbach. non corife-Ma in Olanda, in Inghilterra, & in Francia egli trovò per j^TunÌh-all’ hora a’ fuoi progetti di muovere 1’ Armi contra Ferdinan- ”• do più attentione, che rifleifo -, mentre le recenti guerre nel- c’p'' la Polonia con felicità di progreffi havevano arrecato più tolto grido al Rè di prode, e di generofo, che fama al Regno , creduto da tutti, non men povero, che remoto, e in confeguenza troppo debole per cimentarli con la Fortuna, e fol<)^c6e_ con la potenza horamai adulta , e ben radicata de gli Au-flriaci. Nondimeno il Richelieu , che niente fprezzava di prò-mtcvole, e grande , deliberò d’inviare occultamente Miniitri ne l'ineli- fiat ioni. a me-