588 DELL’ HISTORIA VENETA 1638 Spagnuoìi fegretamen-tts' adunano in P*gl!. partitiv fa rido alla Corredi voler' invadt-rt il Piemonti . portandof! *n tanttfot-to Brem . fi munirono vi gore fomenti tù 7 Pi. ih ¡ufo ogni tentativi a Cbriciì . che arcando comi re-fifien. vita colpito dt canna-nata . fcoglienda-fi per la di lui mirte I’ t/ercito. enfle dep» tnvt refi-Jlen\a. rende/! U Piana. de celiate il Governatore dtllaflef-fa. ANNO M DC XXXPUL DAlla Vicereggenza di Napoli traghettando per mare in Spagna il Conte di Monterei, e paiTando per Genova nel principio dell’ anno corrente, convennero in Pegli i Miniftri Spagnuoìi a fegreto, e grave congrerto fopra lo flato degli affari, eia direttione della futura campagna, nella quale s’apri, va loro r occaiìone di grandi profitti. Inviarono a Madrid i loro pareri circa l’invadere il Piemonte, e in quel mentre , che venivano gli ordini, e le rifporte, deliberarono di fcaccia-re da Brem i Francefi , accioche , afficurate le Frontiere, anzi le vifeete fteffe del Milanefe, con dirtrattione minore potef-fero contra gli Stati de’ Savojardi muovere l’Armi. Dunque nel mefe di Marzo il Forte fu prima invertito, e poi quafi fu* bito cinto da tutto 1' Efercito ; e per levargli ’1 ioccorfo, la Ripa del Pò fù talmente fortificata, che volendo il Chrich! fpingervi per barca rinforzo di alquanti foldati, il tranfìto gli reftò prohibito. Non potendo egli acquietarfi voleva efperi-mentarlo di nuovo, quando nell’ oflervare il fito, per piantare una batteria , che obligafle gli Spagnuoìi a recedere , colto da cannonata, lafciò fopra quel terreno la vita, & infiemeconcetto di Capitano in Italia da tanti anni in qua più nominato, che felice . AH’hora mancando di Capo, fi sbandarono quafi tutte le militie Francefi, che non erano molte, e gli Offitia- li ripartirono 1’ Alpi 3 onde al Leganes fù permeffo, quafi fenza contrailo, continuare l’imprefa . Il preiìdio fenza fperanza d ajuto fi difefe affai fiaccamente. Cinque batterie erano alzate con venti Cannoni. La fcalata indarno tentata , fù porta mano agli approcci, e guadagnata una dell’ opere efteriori , che li chiamano a corno, non potè confervarfi, perche gli attediati la ricuperarono. In fine, dall’ attacco di Carlo della Gatta Napoletano più che altrove preffata la piazza , s’ arrefe. La guarnigione , che ufcì in numero di mille,e ottocento foldati, fù convogliata a Cafale, & ivi al Governatore, che Mongajard fi chiamava, fu tagliata la tetta. A cui, che da viliflima na* feita era falito per favore del Chrichì a così importante go* verno, s’imputò , c’ haveife indebolito la difcfa coll’appropriar- r /• I /-»