628 DELL’ HISTORIA VENETA 1639 Per levare ogni ombra, e ogni capo , che potette col fol0 i'ituLì nome dar fomento alle Seditioni, già che i Turchi fuori non poter fi della Cafa Ottomana non fono foliti cercar’ i Signori, efpedi ‘¡ÌùZYptr- mentr’ era in camino, ordine a Coftantinopoli , che a Mu' fi*™. ftaffa, fuo Zio, folfe levata la, vita. Queito infelice, alìag. fornenti ai- giato appena due volte l’imperio, flava cuftodito in ftrettif. u/,intoni, (ima carcere , Tempre odiando la vita , e temendo ad ogni ZùTdti* momento la morte. L’ordine fù al folito immediate cfegui. Z'comì- to 5 ancorché non reflaffe del fangue Reale, che un Fratello 'gn d’Amurath , creduto ftolido. Il Rè, proSeguendo il camino, rin’catrH'm vot° folennemcnte al fuo falfo Profeta di non polare la Spada ¡0 voto giù- fin tanto, che non haveife foggettati al fuo Imperio, e alla ZrfioJl'i Legge i Chriftiani. Ma Dio all humano furore hà limitari cbriftiant. nientemeno, che al mare, i confini. Amurath, per la robu» ftezza del corpo ftolidamentc feroce , fi dava in preda ad ogni ^ ccceifo, del vino particolarmente. Il genio gli Serviva di Le-h*b™ì, gislatore, ancorché con difprezzo dell’Alcorano , che ftrctta-7J!‘~-fd'ii mente 1° vieta ; & il fuo efempio prevalendo all’ autorità v/n.,' della Legge, l’ebrietà fi addomeflicava co Turchi. La com-pleffione del Rè, fé bene fortillima y non reiiftendo al* r incettante difordine , crollò finalmente , e nel camino Sog-t giacque a pericolofo accidente. Si Sentì di modo infiacchito, x'tntnt'in- che , moderando l’clatione dell’ animo, piegò a penfieri di Pa-^IndJrtH» ce * ln Smith , non molto lontano da Coftantinopoli, volle te-doio n mali nerne con fu Ita ; & ivi fù lungamente confiderato , U efercit: "■’dfpl". in Slfia dìftrutto, la guerra di Verfia non per anco finita, quiuclt diffìcile fpinger in Mare Armata potente, dovendo trenta Gu-¡uk«ufi. lee, per frenare i Cojacchi, navigar il mar nero. 1 Venetiam baver utilmente profittato del tempo, munite f Ifole , e laCit-dtiìhra d’ tà, accrefciuta ìArmata, difpofte, e pronte le provi/ioni. Ri-"rl'ilTi'ai- f°lvettcro dunque Segretamente di piegare all’accordo; ma, ttr'\\a Ot- qual’appunto è il coftume di quel governo, di moftrarSene an-*‘ilifa fama C11C alieni > Pcr Softcnere il fa Ito , e migliorare i partiti. RiSuo-dt' [uoiap- navano perciò i loro grandi apparati ; ¿¿altrettanti n’opponeva-fmn mi™-, no i Venetiani 7 havendo eletto Proveditore Generale del Ma-TZar'. re » con autorica Capitan Generale , Luigi Giorgio , Procu* nolani. ratore di San Marco, accioche armafle , & ufeiffe a'più chiari argomenti, che s’haveifero dell’animo hoftile de’Turchi. I Tar-