LIBRO Q_U ARTO. 207 meno, che a rumori. La Piazza di Sabioneda, che in (ito, 1620 non folo al Mantovano, ma ancora a gli altri vicini importante , era ceduta in dote al Principe di Stigliano , uno de’ primi Baroni del Regno di Napoli. Egli di fpiriti molto ri-meilì, allettato da offerte d’honori, e di ricompenfe, in particolare del Orandato di Spagna, non fi moftrava alieno da introdurvi prefidio di quella Corona. Ma la Moglie di genio virile refiileva alle lufìnghe, & alle minaccie, confortata da occulte eshortationi di quei Principi, & in particolare de’ Ve-netiani, che non rilaverebbero volentieri fofferto. Per tanto la gelofia, che anco per quella caufa fufcitata appariva, fva- ¡ehfi, di ni prettamente . La Republica, tra J’attentione a tante parti non omeifa la cura dell’interna politia del fuo Stato , fpedì Sindici in tre Sindici in Terra Ferma a rivedere le cofe , accioche fof- ZTaZl'i-le la giuftitia rettamente amminittrata , & a’'Sudditi il rimo- trarrle Am-veliero le oppreffioni, e gli aggravii. In Venetia, morto il dèlia Cardinale Francefco Vendramino , Patriarca , fù dal Senato fubrogato Giovanni Tiepolo, Primicerio di San Marco, d’in- te del Cor-iìgne pietà verfo i poveri , e di magnificenza nell’erettione de’ Tempii, che propofto nel Conciiloro dallo fleifo Pontefi- (ubrogando ce, fù confermato fenza che andaife alla Corte di Roma. Il Principe Tomafo di Savoja, giunfe in quello tempo aVene-tia, per render gratie de’ favori, che al Padre haveva la Re- ■fon fplendi-publica contribuiti così largamente , e fù trattenuto, & allog- fol^g f*1' giato con le magnificenze, proprie della Città opulenti/lima, principe Dalla parte deH’Oriente venivano alquanto diilratti gli ani-mi j perche , al Primo Vifirato in Conilantinopoli aifunto Alì prova infe-Bafsà, già Capitano del Mare, infeilillimo alla Republica fi dimoilrava . Da tali Miniilri è quel Grande Imperio aifolu-tamente diretto, mentre i Rè, fepolti ne’ luili, e nelle libidini del Serraglio , chiufi a tutti, eccetto, che a’ vitii, lafcia-no la fuprema autorità degli affari a viliillmi fchiavi. Coilui, portando nella Carica gli affetti di privato, & i peniìeri delle vendette per due Galeotte da corfo , prefc già qualche tempo da Legni Veneti 3 sfogò fubito il mal talento contra ¿n/Jiì^- il Buonricci, Dragomano del Bailo, c’haveva appunto contra di lui profeguito nel fopradetto negotio , facendolo ilrango- gomuno dtl lare ingiuilillimamente. Trà il failo di quella natione, folle- £aih% nuto