438 DELL’ HISTORIA VENETA 1-630 dò, che Avigliana fi demolifle , non parendo decoro marchiar fotto gli occhi, e’1 Cannon della Piazza, nè ficurezza lafciar-lafi addietro. In fine fi concertò dopo lunghe contefe , che fmantellati i nuovi lavori, folo trecento foldati entraffero nel-trami fiu- la vecchia fortezza j ma tofto fi fcoprì, che 1’una parte, con-f"tJ!i'ar fervar>d° lofdegno, cercava pretelti, e 1’ altra teffeva infidie tì del car- meditando vendette. Dato principio alla marchia , videro i ¿inai*. Francefi non folo le fortificationi in piedi, ma la Piazza mu-nita dalla prefenza del Duca con tre mila Cavalli, e quindici milla Fanti, militia del Paefe , frettolofamente ad oftentatio-“N ne raccolta. Il Cardinale non l’ignorava j ma , moitrandofi accefo a tal villa d’ acerbifììmo fdegno , a maggiore fi concitò, vota !»• quando vide il Duca col groffo di quelle genti sù le fponde a ^ora fiancheggiar la fua marchia. Alcuni de’ Capi tìedi Carlo. Francefi , fpinti dalla naturai ferocia , configliavano, che paf-iato quel picciolo Fiume , s’ urtaiVe ne gli fquadroni/de" Savo-jardi, che non tenevano di militare, che l'apparenza. Mail Richelieu, che ruminava altri colpi, fermò a Cafalette, do-adombra! lendoii di non trovar pronte le provifioni, e argomentando maggior-^ [’ intentione di Carlo effere di far perire di fame 1’ efercito ’eoìTquiou- Franccfe , e dar tempo a gli Auflriaci di venir' al foccorfo . Ivi "Temuti andò il Duca a trovarlo , parte lcufando , fe qualche cofa man-vìcendevoi- cava, la penuria univerfale, e parte accufando la moifa fret-fdegni.gh toI°^a di quelle militie . Ma in quell’abboccamento non paf-lufingan-^ fando reciprocamente, che doglienze , lì fepararono con gli ilterptfno- odii interi, e con maggiori fofpetti. Tra sì acerbe contefe 1' *' Ambafciator Soranzo pafsò a Turino per interporfi , fpinto dal torVeneto . Cardinale ad eshortar’ il Duca di facilitare il paifaggio, e d’ entrar nella Lega, offerendogli a nome del Rè , per allettarlo , il trattenimento di fei mila fanti, e quattrocento Cavalli di quelli, che, per invadere il Milanele , foffe tenuto d’ unire all’ Efercito de' Collegati. Forfè che 1’ oggetto del Richelieu fù d’ allontanarli 1’ Ambafciatore dal fianco, accio-che con importuni configli, fapendo che a’Venetiani non compieva l’impegno delle forze Francefi nel Piemonte, non tentaffe fturbare i divifati difegni. Perche, trattenendoli ancora il Soranzo in Turino, la notte de’diciotto di Marzo richiamate il Cardinale d’ improvilo alcune truppe avanzate ,