y 1617 (tnptrdita dii Generato. perfuhitt Succtjfort al Comari. ¿0 , non danno fa agli Jiuftr[aci, ttitxon» in lìfoono la Fia^xa. acuì fifa. tilltano ì fecccrfi dal ■FertiStiJ-A», Ojfuna prtpen/i di travagliargli ptrmart. j3i DELL’ HISTORIA VENETA fciò infelicemente la vita sù *1 Campo. Haveva veramente foftenuta la guerra, e la difefa del Paefe dell5 Arciduca con gran cuore, ancorché con deboliffime forze. Perciò i Vene-tiani fi diedero a credere, che, come avviene negl’improviil accidenti di guerra, foifero per vacillare gli animi delle Mili-tie, e dividerli i fentimenti de’ Capi. Ma il Marradas, affun-to fubito in fe l’aifoluto comando dell’ Armi, non lafciò ri-fentire al Campo Auftriaco la perdita del Trautmertorf, fof-tenendo con uguale coraggio , e forfè con migliore , e più fpi-ritofa condotta, la direttione di tutta la guerra. A gli Q* landefi riufcì veramente occupare il Parco, e alloggiarvi 5 ma volendo poi penetrare nel Bofco > cinto di muraglia in quadrato, d’ un miglio incirca per ogni parte, curva però , e di iito inuguale, furono rifpinti. Gradifca dadovero, non ottante il foccorfo, cominciava a patire 1 onde lo Strafoldo*, tentava di farne ufcire gl’inutili : ma la moderna militia non conofcendo altra laude, che del vincere, furono da’Veneti obligati a rientrare nella Piazza. Furtivamente pe’l Forte Stella calavano alcuni di notte al Fiume, non orante, che le guardie ne faceifero alle volte prigioni, portando a gli ailediati qualche tenue fovegno. Veramente ferviva quel Forte, come di Cittadella alla Piazza, & il NafTau s’haveva eshibito d’ occuparlo, quando gli fi refero gli altri, ma era da alcuni flato prodotto in contrario, che fervide quel Prefidio ad affamarla piùprefto, oltre il dubbio, che tenendo migliori difefe , refiftefle alle batterie , e gli affalitori, mancando il terreno , convenifsero efporli difcoperti all’ offefe. Ma T efito comprovò, che il numero de’voti più torto, che il pefo delle ragioni prevalfe. In quefte fattioni del Friuli pafsarono fette naefi, ne’ quali prima con gelofie, poi con hoftilità gravemente nell’ Adriatico ancora travagliò la Repubfica . V Ofìii-na , Vice Rè di Napoli, non tanto raccoglieva militie per foc-correre ilMilanefe, quanto s’haveva propoftoconle forze Navali di moietta re i Venetiani, fapendo, che non poteva più nel vivo colpirli, che col turbare il Dominio del Mare, infettare il commercio, romper il traffico, ancorché con grave danno de’ Sudditi tteffi del Rè, che tenevano colla Città di Venetia opulente negotio. Ad ogni modo all’ efclamationi di tu:-