8 PREFAZIONE Ma gli aspetti fisici e umani di quella terra sono così originali e diversi dai nostri che l'Albania dà oggi ancora l'impressione di un paese da scoprire e suscita in chi lo visita e studia profonde emozioni. In un primo tempo ebbi l'idea di disegnare una carta moderna dell'Albania, segnandovi sopra i toponimi della carta antica con tutte le loro illustrazioni e cogli stessi caratteri usati dal Padre Coronelli. Il lavoro per l'identificazione delle varie località mi spinse a prendere appunti e note; non portai a termine l'iniziata carta al cui disegno si era pazientemente accinta mia moglie, e finii col riunire nella forma esposta qui, i dati man mano raccolti, facendoli precedere da brevi notizie sull'autore della carta e da accenni alla cartografia albanese. La identificazione della maggior parte dei toponimi è stata facile perchè si trattava di località, chiese, ecc. tuttora esistenti e che si ritrovano sulle carte moderne. Per la loro illustrazione storica e geografica mi sono valso oltreché di indagini personali, delle principali opere pubblicate sull'Albania e di due importanti relazioni di missionari, quella di mons. Bizzi del 1614 e quella di Padre Gaspari del 1671, recentemente pubblicata quest'ultima dai RR. Padri Francescani di Scutari. Per accertare invece l'esatta ubicazione di un gruppo di località scomparse, trasferite, erroneamente segnate, mi sono recato sui luoghi ove mi è stato possibile, per interrogare la gente del luogo e rendermi meglio conto dei siti. In molte occasioni ebbi a rivolgermi ai Parroci delle diocesi albanesi, i quali tutti si prestarono gentilmente a favorirmi schiarimenti e notizie di cui ho fatto tesoro. Ho voluto sciogliere il mio debito dedicando loro questo mio lavoro e spero gradiranno il pensiero di chi ha avuto con essi tanti amichevoli rapporti. Vadano pure i miei vivi ringraziamenti a tutti coloro che mi furono larghi di aiuti, consigli e informazioni, al conte Luca Pietromarchi e cav. Francesco Lo Faro dell' Ufficio Albania del R. Ministero degli Affari Esteri, ai dirigenti dell'Istituto per l'Europa Orientale gr. uff. Amedeo Giannini e prof. Ettore Lo Gatto, al generale Nicola Vacchelli direttore dell'Istituto