PREFAZIONE Nel dicembre del 1930, di passaggio a Venezia per alcune mie indagini d'archivio sull'isola di Tine, l'ultimo possesso veneto nel mar Egeo, mi fu mostrata dal libraio antiquario S. Cassini una raccolta di 82 carte e piante del grande cartografo veneziano Padre Vincenzo Coronelli, riunite in volume, con alcune pagine di testo, sotto questo titolo: Città, Fortezze ed altri luoghi dell’Albania, Epiro e Livadia. (Parte IV degli Stati della Repubblica). Ero allora R. Console Generale d'Italia a Scutari d'Albania e m'interessavo di studi storici e geografici riguardanti l'Albania del Nord. Mi decisi all'acquisto del volume, che seppi poi essere rarissimo e che non è citato dai bibliografi dell'Albania Legrand e Pekmezi, per l'esistenza nella raccolta di alcune tavole di città costiere dell'Albania e di una grande carta dell'Albania Settentrionale, Corso delli Fiumi Drino e Bojana, oggetto del presente lavoro. L'Albania non è veramente quella « terra incognita » di cui ancora si parla e si scrive. Quando, 100 anni fa, Boué e Hahn iniziarono lo studio delle regioni albanesi, tutta la Penisola Balcanica e quindi anche l'Albania, era sconosciuta, nel senso scientifico della parola, alle nazioni occidentali. La sua situazione è ben diversa oggi. Centinaia di scienziati hanno fatto campo di loro studi la storia la geografia l'etnografia la linguistica del paese; la bibliografia albanese comprende migliaia di opere; è stato raccolto un prezioso materiale di documenti medievali; esiste un'ottima carta dell'Albania al 200.000; il Nopfsa ha scritto un ponderoso lavoro geografico e geologico e Antonio Baldacci un'opera fondamentale sull'Albania e gli Albanesi.