LOCALITÀ Il movimento di traslazione si accelera dopo la famosa epidemia di peste del 1819 che spopola i paeselli tra Scutari e Shiroka, e ancor più dopo il 1860 quando il Drino, ritornato a un suo antico letto verso la Bojana, invase coi suoi rigurgiti la parte bassa della città e provocò una diffusione della malaria, vecchia piaga di quei luoghi che nel 1474 ridusse a mal partito gli eserciti turchi sotto le mura della città. Anche il governo turco abbandona nel 1865 la sua residenza del Castello portandosi dietro uffici e funzionari e popolazione musulmana, e si stabilisce nella nuova città dove dimorano già i consoli italiano, austriaco, russo e francese. Qui vengono a dimorare i nuovi immigrati del contado mentre rimasero vicino alla Bojana le botteghe e i magazzini del bazar — che ogni anno diminuiscono di numero e d’importanza - e un 2000 musulmani viventi sulle colline di Tepe. Due parole ancora sui ponti e le strade e ho finito con Scutari. Osservasi la nostra carta e vedesi che esistevano fin d’allora due ponti probabilmente di legno, uno sulla Bojana più a valle dell’attuale di ferro e uno sul Kiri, sostituito 100 anni dopo da un ponte di pietra: quest’ultimo, distrutto dalle acque della Drinassa verso il 1880, si trovava tra la moschea dei Piombi e l’attuale ponte di Bahgellek. Scutari era come oggi il punto di partenza di più strade: ne sono segnate e descritte due sulla carta del Coronelli, una lungo la riva destra della Bojana verso Pulaj e il mare, l’altra verso Alessio lungo la riva destra poi sinistra del Drino. Le due strade non uscivano dalla città girando attorno al Castello, ma valicavano il colle di Tabaki, fra il Castello e le colline di Tepe, e prima di biforcarsi attraversavano il ponte sul Kiri a Ajasma. Cfr. voci «S. Maria», «Monti che battono Scutari», « F. Bojana ». Merula. - Bizzi, p. 113. - Bolizza, p. 302. - Gaspari, 1930, p. 610. -Evlja, p. 4. - Pouqueville, III, p. 262. - Hecquard, p. 12. - Ippen, Skutari, p. 13. - Scapolo, p. 106. - Thalloczy, I, p. 103.- Prasckniker, p. 8. - Sufflay, Stàdie, pp. 14 e 28. - Nopgsa, Nordalbanien, p. 217.