LIBRO UNDECIMO. 627 ta fi portale- alla G inflìtta, (y alla pace. Premeva egli pure acciochc fofl*e ammeflo all’ Audienze il Conte della Manta da’ Principi a Venetia inviato, a titolo d’informare la República delle ragioni loro, ma ad oggetto, per avventura più occultoy di procacciarli qualche iegreta affluenza y per iftabilire quel partito, che meditavano, independente dalle Corone . Ma fù ricufato d’ udirlo, rifpondendo nel refto il Senato con efpreídoni uguali a’Miniftridi Francia, e di Spagna , eshortando alla Pace comune , e fopra tutto alla tranquillità dell’ Italia . Allegava i fuoi giufti fofoetti dall’ armi del Turco, le quali, feal prefente implicavano la República in apprensioni, e travagli, rendevano a maggiori progredì contra tutti i Chriitiani. Se tali ragioni valfero, per rendere i due Rè contenti della neutralità della República, niente giovarono, per concimare la pace, fempre più chiaramente apparendo , che per le cauie, per le quali s’ era rotta la guerra , doveva continuar lungo tempo. Poco pertanto potendo i Venetiani al bifogno loro afpettar di foccorfo, mentre vedevano trafeurato il pericolo, applicarono a qualche componimento co’Turchi, che valeffe almeno a differì re quel male, di cui non per anco appariva difpofto il rimedio . Giunto, come s’ è detto , Amurath in Diarbechir, voleva fino a Coftan-tinopoli profeguir’ il camino : perche infierita la pefte haveva didipato quafi tutto l’Efercito, e le reftanti militic s’erano folievate contra il Primo Viilr , mormorando del medefimo Rè, quaii che, folito di palliare con la crudeltà l’avaritia , haveife abbandonati i foldati alla peite, e a difagi, per defraudare a bella pofta quelle ricompenfe, e quei doni, che da’ Rè Ottomani s’ ufavano a compartirli tra’ benemeriti, & agli Efcr-citi Vittoriofi. Il Vifir acquietatele con fatica , {ollecitato dal proprio pericolo y configliava Amurath a fermarti in quelle Provincie, pronofticando altrimenti, che i ioldati ne^’uf-icn^ di lui perderebbero ogni difciplina, e rilpetto, e con altrettanto indecoro Tetterebbero efpofti gli acquiiti, con qu >.nta gloria s* erano confeguiti . Ma queili medeflmi ri^u rdi affrettavano appunto il Rè alla partenza , e per fottrarii dall’ averfione militare, e per non effere fpetnto-re ienza forze di ciò , che poteífero rentare i Perfiani. R r z Per 1639 ma non accettar* altee in-flange. corrifpfn-de fo lo con /’ intrapre-fa neutra-litri. abortando I(Corone alla Pace . fe ben invano . rhtlgtn-dofi per ciì a tentar a%giujlmen-jì col Tur-/e. gii ¿(folate le fue Armi dalla pe/lilentia. e te rima-fi e folteva-tefi cantra i! Primo Vifir. che finalmente /’ acquieta . p.rfuaden-do A murari a non muover fi dall' Efer- citc per ti- n ore di nuovi tumulti . che appunto folle' cita lapar• ten^a.