16\6 ricevila a ¿'¡jerettene , tutt' altri liberi, e (alvi, da gli Ufcocchi in fuor a . la demoli-fct. Auf flati fanno remo-■ver d/t Ze-mino i Veneti. che gli inneggiano. fi eternatoti di Mi'-lano niega di ricevere t:ifiatile di Pace. 112 DELL5 HISTORIA VENETA fjro il primo tiro del Tuo Cannone, non darebbe loro quartiere , follevati contra il Sarfich, gli levarono la tefta , inviandola con le chiavi della Piazza al Zane, che a diferetione la ricevè , donando pofeia a tutti la libertà, e la vita ,. eccettuati gli Ufcocchi, che fotto il Carnefice lafciarono la tefta . Afpor-tato il Cannone, fù Scrifa da’ fondamenti diftrutta ^ e poi a Buccari tentato lo sbarco , concorrendovi per l’importanza del luogo da più parti foccorfi, la ftagione non permife alle Galee fermarli. Nell’ Iftria , mentre l’aria inclemente confumava i foldati, levando anco a’Capi, come accade al Martinengo, & al Cavaliere Tomafo Cocapani, la vita , fù dato al General Loredano per SucceiTore Antonio Barbaro. Il Trautmeftorfvi fece una feorfa per far levare, comefeguì, i Veneti da’ Porti, occupati intorno Zemino , che della Contea di Pifino è luogo di qualche momento, e devaftò la Polefana , pianura fertile di quella Provincia. Ma , richiamato in Friuli da' fucceilì della Ponteba , e di Chiavoretto, diede campo a’Veneti di rumare il raccolto a gli Arciducali. Luigi Giorgio, Proveditore della Cavalleria, faccheggiò Verme, sforzò un forte Monafterio appretto San Pietro di Selve, abbruciò i Borghi d’ Umber, c dì Lindar con morte d’alquanti Ufcocchi, uno de’ Capi de5 qua-Ji} chiamato Andrea Ferletich, il vendicò fvaliggiando- fette Barche , & una fregata nel Porto aperto di Selve . In fine, anco il Barbaro per I’ aria cattiva cadendo infermo fù conferita a Maffeo Michiele il Generalato. Tutti quefti fucceiìi in amen-due le Provincie del Friuli, e dell’ Iftria fervivano , più torto a trattenere, che a decider la guerra . Ma nel Piemonte era accaduta con più rtrepito la rottura ,* perche , havendo il Bethu-ne portato al Governatore di Milano ufììtii, e inftanze per la Pace, e per lo difarmo , haveva dopo venti giorni ottenuto in rifpofta , che non accomplitofi dal Duca iìnceramente allo sbando delle Militie , e contravenutofi a’ Capitoli d’ Afti, meno il Rè vi fi ricoiiofceva obligato . Dichiarava però , che quando Carlo effettivamente difarmaffe , e rertituiffe , egli pure darebbe parola di non l’offendere, non potendo nel rerto affentire al generale difarmo per le procedure de’ Venetiani , refe fo-fpette , tanto per laggreiTioni all’ Arciduca inferite , quanto per gli foccorfi a Carlo preftati. In voce foggiunfe prometta di fof-