LIBRO DUODECIMO. 713 ti trattati implicato con la Francia , ancorché foflero i Tuoi 1642 oggetti più veri di trattenere amendue le Corone fenza conchiudere . Gli Spagnuoli, per allettarlo, facevano fperargli , (0„trapt. che , con loro ftringendofi da Urbano la Lega, 1’ autorità del iacgsp?‘ Rè Cattolico indurrebbe Modona, & il Gran Duca a faci-litare l’aggiuftamento di Caftro: & il Conte della Rocca , già da Venetia partito, il portò a Firenze, a Modona, e a Parma, per eshortar quei Principi alla pace, con offerta del-la fua mediatione, e con propofte a Odoardo, che, adheren- Pam*. do al partito Spagnuolo , gli fi procurerebbe la reftitutione di Caftro, ricompenfando nel Regno di Napoli con altri Stati’1 Prefetto. Tutto cadde prettamente; perche i progetti de’ Barberini a gli Spagnuoli variavano dall’ intentione , e quei degli Spagnuoli a’Principi non tenevano fondamento. Trat-tanto gli affari ftranieri paifavano con importanti accidenti , aì,preJp » a grand’ eftremità eifendo ridotte le cofe in Germania per gra- ^htne in viffimi colpi rilevati dall’ Armi Cefaree ; f uno appreflò il tre disfatti-Rheno, dove dal Conte Guebrian , Capo de’ Vaimarefi , fù il fis^eji i Lamboii totalmente feonfitto; l’altro nella Slefia,reftandovi cefi*™. rotto, e prigione Francefco Alberto , Duca di Saiionia La- Sparti vemburg, al quale, ancorché Lutherano, l’Imperatore have- t'va confegnato un corpo d’ Armata con fperanza , che iervi-rebbero fotto il comando di lui volentieri molti foldati della fteifa credenza , e vi concorrerebbero quei del contrario partito, nel quale egli haveva militato più anni. In confe-guenza di quefto difaftro Olmitz, Metropoli di Moravia , & altri luoghi fi diedero agli Svedefi. A tutto però difficile non d’ dm farebbe ftato il riparo, fe l’Arciduca, che col maggior cor-po d’ Armata teneva attediata Lipfia, Città fatale alle gran- »»«•* di battaglie, non foiTe ftato dal Torftenfon, che volle ten- {confittofi tarne il foccorfo, interamente disfatto ; onde, reftando fen-za difefa gli Stati Patrimoniali, e libero il campo a’ Nemici reflandcglì fin’a Vienna , fù egli tale la confternatione degli animi in iu/pomj^ quella Città, che nient’altro la prefervò7 che la dilatione degli Svedefi nel profeguir’ il vantaggio. Cefare perciò , co- onde Cefo* mandando al fuo Ambafciatore di ncondurfi a Roma, chie- rpZujicfal deva foccorfi al Pontefice ; & il Rabata in Venetia dimanda- p** va al Senato con infolita, e grande premura tre mila folda- ti,