726 DELL5 HISTORIA VENETA 1642 ilo, che direttore dell’intentioni Reali. Verlo gli altri poi procurava, che ciò, eh’ è tanto invidiofo , folle in lui refo grato dalla modeftia. Così con olfequio al Principe, con liberalità a’ Cortigiani, a tutti grato , e cortefe , s’ introduce con generai’ applaufo nel pollo, & inlìeme s’efpofe all’ atten-tione del Mondo, dove folle per terminare così grande sforzo della Fortuna. 7- -pirla di lui prima cura afficurare ¡Principi Collegati del-£ -T la Corona, che non farebbe cambiata collanza di perii- ió43 AKN.O MDC XLllh introdotti ton aflìcu-rar di co-ftante Alle- federati ftere nella loro amicitia $ e co’ Principi d’Italia lludiò di con-eoUm c„r<>. cjjjare ja maggior confidenza , come quegli, che fotto il Cielo ¿ffy medelìmo nato, e negli affari di quella Provincia verfato, vi fitti Zrfo teneva l’inclinatione migliore 5 e perciò lì dimollrò follecito l'afilla» *n Procurare Pace tra il Pontefice, & il Duca di Parma. do/i per ap~ Nel punto però, che voleva incalorire la mediatione, accad-PBafberini ' de , che l’Ambafciatore Fontanè col Lionè lì ritirarono dalla con Parma. Corte di Roma. Picciolo n’appariva il motivo: perche, ha-piÓdiqulfù vendo Urbano deporto dal Generalato de’ Domenicani ’1 Pa-™r?tirandoj; ^re Rodolfi , infurto feifma nel Capitolo, tenuto da quella di Remai* Religione in Genova j perche gli Spagnuoli, riferbate le ragio-"dore^pran* n* a^ Rodolfi , elertero il Roccamora j & i Francelì con gl’ tefe. Italiani ’1 Mazzarini, Fratello del Cardinale : havendo il Pon-prfitionedii tefice annullato il Capitolo, accioche a nuova elettione fi prò-cenerate cedefle, 1’ Ambafciatore di Francia pretefe, che ciò forte con-■Dtmemca- ^ ^ parola datagli di fortener’ il Mazzarini, e forti dalla bavendo- Corte. Parendo troppo lieve il preterto, bench’egli miralTe gli mancato ... ir • • -i r • r il Pontefic, principalmente a renderli propino il nuovo favorito, elagge-iiw/7 rava altri difgurti, e trà quelli, che non forte ammortò 1’ Ara-dei cardi- bafciatore Portoghefe, e che fi forte fprezzata la mediatione del Rè nella deluiìone de’ trattati col Duca di Parma. La Corte però in Parigi malamente fentì, che s’impegnarti tant’ oltre, lo rtelfo Cardinale abbonendo , che fotto il manto de procu- del favore Reale compariflero così prerto al Mondo i fuoi pri-r;/ZT vati interellì. Per quello procurò, che 1’Ambafciatore con firo aiu qualche fodisfattione apparente in Roma lì rimettefse j &ano-<*,ea ' me