ri6z 8 conncfirar-jt perì inchinato a 'ijuahbt co-cairbio. roti affiatile dal Cordova. come che di nafeofio giifac rta di gran pro-ji.rU per la cenfegna di Cejale . ina nondimeno , inviatevi dal Duca /’ IH" fogne Cefa-ree. fer c'ociiiar rifpetto negli affettanti . non vele ammette. reff ir andò intanto 1’ Italia agli Avvi/! della T(oc cella tfpugnata. difefa peri con ogni }fer\o dall* Inghilterra, fojleftute fienaio dal gagliardo tftacolo der Tran cefi. ma doli' impeto dell' onde annullato . fini' alcun danno dell' innalzatoli Argine. rimuove»-dofene i foc~ ter fi. e rendendo-Jt a difer,-tione la Pialla . 392 DELL’ HISTORIA VENETA alla quale non haverebbe potuto refiftere . Pure, per dar tempo a’ Franceiì, che applicar fi potelfero a gli affari d’Italia , il Duca non rompendo totalmente il negotio, a qualche permuta fi moftrava difpofto 3 e dal Nuntio Scappi fi negotiava congreffo in Piacenza , per accordarla $ ma il Cordova vi dif. fentì, affermando di non haver facoltà , che per ridur Carlo a riconofcere verfo Cefare il dovuto rifpetto. Nel tempo rtef-fo però fecretamente gli proponeva grandi vantaggi , fe vo-leile confegnargli Cafale. 11 Duca , per far conoicere, chele moife del Governatore non havevano altrimenti tenuto per ifeopo il zelo dell’ autorità Imperiale , inviò a gli aifediati alcuni Stendardi con Aquile , accioche fpiegati nel Cartello , nella Cittadella, e nella Città concilialfero rifpetto all’ Infe-gne Cefaree $ ma, accortofene il Governatore, non permiie introdurli. Tra quefte negotiationi fuffiftendo Cafaie, e guadagnandoli ogni giorno dalla parte del Duca di Mantova , fc non vantaggi, almeno fperanze, arrivò quell’avvifo, che tanto in Italia fi fofpirava, d’ effere in fine la Roccella caduta . Non haveva mancato il Rè d’Inghilterra , per foftener-la , de gli ultimi sforzi , ancorché ( morto il Bocchingam ) ertinto fi forte affai di quell’ardore, che infiammava la guerra . Perche , efpedita la terza flotta fotto 1 Conte d’Embiì in foccorfo , procurò di nuovo d’introdurlo j ma, opponendoft bravamente i Vaicelli Francefi, la Dicca fù foftenuta contra più tentativi. Poi il Mare, infuriato con gran temperta, con-quafsò i Legni/de gl’ Inglefi j & all’incontro rifpetto la Dic-vca talmente, che quafi confpiraffe,alle feonfitte dell’una parte , & alle glorie dell’ altra , le Maree, che nel mefe di Luglio, e ne gli Equinottii fogliono effere più del folito vehe-menti, corfero in quell’ anno con tal placidezza, che non i‘ apportarono alcun nocumento. L’ Embii , feorgendo di non potere fpuntar l’intento, rtabilita per pochi giorni una tregua , affine di ritirarfi con maggior ficurezza, s’allontanò j e i Roccellefi, confumati i viveri, & horamai alla fame mancate anco le cofe più immonde, vedendo fpenta ogni fperan-za di foccorfo, e falute, fi renderono a diferetione a’ventinove d’ Ottobre. Soffrì veramente la Piazza , durante 1’ affedio, tutto ciò, che dall’ humana coftanza può tollerarli, ò che fia . rta-