LIBRO DUODECIMO. 6Bi c prohibite alcune provifioni , che , per meglio munire la piazza dovevano eilrarfi dalla Tofcana. Il Pontefice con fof-renute , e concife rifpoile, fènz’ altro efprimere, che la rifo-lutione di mantenere illefo il decoro d’humiliar’ ii Vaffallo, e farli obbedire , non dava campo a’trattati . In tal congiuntura non fi teneva dalla Republica altro Miniilro in Roma , che Girolamo Bon, Segretario , già per effer ceffate le caule, eh’induffero ad inviarlo, effendo fiato rivocato 1’ Am-bafeiatore Straordinario , e nell’Ordinario non applicandoli all’ efpeditione , fin’a tanto che veniffe redintegrato l’Elogio. S’ammetteva poco nel Collegio il Nuntio all’ Audienze, e quelli, comprendendo di quanto momento farebbero le di-chiarationi del Senato negli affari prefenti, non potendo fup-porle favorevoli a’ Barberini, procurava almeno di tenere gli animi, ò divertiti, ò fopiti ; hora ponderando con arte i mali all’Italia imminenti dall’armi ftraniere ; hora fcherzando con derilione fopra la caufa di Callro , come cofa di lieve momento . In fine crefeendo gli apparati , & ammaliandoli forze, anco dalla parte del Bolognefe , egli aflìcurava effer tutto ad oggetto di quiete, e per reprimere qualche capric-ciofo tentativo del Duca di Parma, quando anche fi dovef-fero dal Pontefice inviare alcuni pochi Soldati a Melara di quà dal Pò a’confini della Republica . Ma il Conte Ferdinando Scotto, che, fe bene a gli ilipendii della Republica, ferviva in quell’occorrenza al Duca di Parma, di cui era nato VaIfallo, con oppofiti offitii rapprefentava ne’correnti affari molto diverfe le caufe degli odii, e le intentioni de’ Barberini . Allegava le ragioni del Duca ; efaggerava la violenza, che gli s inferiva, & infieme col mal’ efempio i pregiuditii, cne ne rifiaterebbero a’ Principi tutti. Chiedeva dal Senato conliglio, per ben governarli nel negotio, & ajuti per refi-ltcre all armi. Comunicò il penderò del Duca, effendo Calerò aggredito, di portarli al foccorfo ; Mentre che, foitenen-quei.a piazza , piegherebbero fenza dubbio i Barberini mortificati alla quiete; che fe cedeffe, fatti elfi per la felicità altrettanto failofi, potrebbe trafeorrere in Lombardia 1’ °r della guerra , e trarne a parte 1* armi delle Corone , tanto vogliole d’interdire gl’italiani nelle loro differenze . Del ' V ' ■ \ ■' \ ■’ x■ 1641 ma fin^a ammetter Pin-fian\e. vuol, che fi reprima il Va/fallo. feltri priva delP Amba-feiador Vinetti. per non ia-ver'ahcore- ftituita P Elodie. tenta d'addormentar» il Senato per dell' Apo-ficlicg. che nafeon* di l’intent'ì titni dtìP Anni. altri f[ponendone il 1 vero. con le ragioni del Duca. affine d’ impetrargli fotvegni : rapprefen• tati de infame gli oggetti.