L I B R O N O N O. 52.5 {Vati fervidi. Bilanciava il rofforc di punir’ un’huomo, così 1634 benemerito, col danno di {’offerirlo infoiente; e fopra tutto ponderava il pericolo, che ( accorgendoli ’1 Valftain d’ elfer rimerai* fatto fofpctto ) rifultava non meno dal fuo fdegno, che dal- "• le fue colpe . Per quefto, inchinando alla parte più mite, gli faceva cautamente infirmare la depoiitione del comando , e dell’armi, per dar’un altra volta luogo all’invidia, e fegna- ebfì"** lar 1’ ubbidienza . Egli, fprezzando promeife , e non curando minaccio, fi vedeva nell’ affetto delle militie, e de gli offi- ¿ìp™ ¡1 tiali ficuro, havendo fotto il fuo comando avvezzato alla li- Ctmandtl cenza , & all’ ubbidienza 1’ Efercito, & a ricevere dalla fua mano i premii, e le pene . In Corte pure, anzi dentro il Configlio , non gli mancavano amici , trattenuti con doni profufi del danaro, e delle prede, eh’ eftorqueva con ingiu-fte rapine . Onde , confidato nella forza , e nell’ adherenze , congregati i principali dell’ Efercito , gl’ informò d’elfer richiedo a deporre il Generalato dell’Armi. Numerò le fati- fepradich, che, / imprefe , le vittorie fotto gli aufpitii del fuo comando 5 «/ gli anni, O* * difagi della loro comune milititi : accusò l emù- Zite 7/~ latìone de fuoi antichi TSLemici, non rifparmiando Cefare ftei-fo, e i fuoi Configlierì, come quelli , che per defraudare al to. Capò la gloria, a gli Offitiali i premii, a foldati le paghe , cercafferò con le calunnie pretefli d opprimerlo. 'Rammento la cura , fempre da lui tenuta de fuoi commilitoni fedeli , le prede , / quartieri , le contributioni , gli Stati , e le fpoglie ripartite, e divife. Gli ricercò in fine dell opera, e del configgo ; perclj egli, fianco horatnai delle cure, e molto piiì dell infidi e, goderebbe d applicar fi alla quiete, e lafciare, che la poflerita fp afflo nata giudicale del merito , e della gloria tra lui, e i fuoi TSLemici. Non vi fù dubbio, che con clamori, più che con voci, ò ragioni non foife perfuafo, c quafi che „IT’vff, violentato a fermarfi . Ne’ Circoli , e ne’ quartieri lì diffufe incontanente il difeorfo. Tutti a gara eftollevano le fue lau- partfrt”° di : Egli giù fio eftimatore delle fatiche, e de rifehi ; egli Va-dre, e tutor eie Soldati $ e a chi farebbero in avvenire ricor fi , ò a chi riebiefte le ricognitioni, e le paghe, fe fi volevano all Efercito dejìinar nuovi Capì, per jepe II ir in fileni io, e coll oblivione abolire i prefiati fervitii ì Fù dunque dall’ uni-