16z 8 flùgnegagliarda-menti la Piana. che fi difende . con forti* e . e con f lf-parmio di viveri. patendone anche gli AggreHort. afliggen-do/i ì’ Italia da generai Care-flta. con grand' angufiia nel Mila-ttefe. fovvenuto nel maggior btfrgiic dalla iit ilia . 390 DELL’ HISTORIA VENETA fpatio de’quali, entrando T Infanta Margherita in Cafale ,concertar il potette qualche ripiego d’Accordo. Ma il Governatore , adombratoli di qualche artificio de5 Savojardi , per prolungargli l’acquilo, col pretendere, che infieme con lei s5 introducete prefidio Cefareo, fconvolfe il maneggio . Anco il Gran Duca , ritornando di Corte Cefarea, s’ abboccò in Maderno, luogo di delitie fopra il Lago di Garda, col Principe di Mantova, e gl’ iniìnuò concambio de gli Stati, già che il Monferrato, efpofto alla cupidità de’ più potenti, cagionava sì grandi fconcerti j ma, gli Spagnuoli non volendo eshibire 1’ equivalente, il difcorfo cadde. Dunque, il nego-tio cedendo alla forza, il Gonzales, ingroiTato di nuove militie, ftringeva Cafale, levati in fine i viveri, & i foccor-fi con 1’ occupatione di Ponzone, di Roilignano, San Giorgio, & altri pofti della Collina. Tuttavia la piazza fi difendeva con brave, e frequenti fortitej in una delle quali il Signor di Beveron , Francefe , entratovi volontario , e date pruove di (ingoiare coraggio , cadde cftinto ,* & in altra il Sergente Maggiore Luzzago, Bresciano , vedendo tra’ Nemici ’1 traditore Spadino, tant’ oltre s’impegnò, per levargli la tefta , che la-fciò la Vita. Il Marchefe Ri vara , oifervando difficili, e lunghi i foccorfi, e temendo, che il confumamento de’ viveri nella Piazza la riducete in fine a gli eftremi, n introduce quantità nella Cittadella, per foftenerli più a lungo, esortando gli habitanti a riftringeriì 1 vitto, come fecero, con gran pruove di coftanza, e di fede. Nò forfè minore necef-iità provavano gli affedianti ; perche l’Italia in queft’ anno, inondata da’Fiumi, haveva dato così tenue raccolto di grani, che affliggeva la fame per tutto, e principalmente nel Mila-. nefe, dove ciò che poteva cavarfi , fervendo d’ alimento , quantunque fcarfo, all’ Efercito, il Popolo nella ftefla Città di Milano periva. In Provenza havevano i Francefi ferratele tratte. Il Duca di Mantova chiudeva il Pò j e i Venetiani, che pur’ anche molto pativano, invigilavano , accioche non penetraile grano nel Milanefe. Onde la Plebe affamata traf-corfe a qualche tumulto, che coftrinfe il Governatore a portarvi riparo, e quali a levare l’alledio j fe, in quel procinro da Sicilia , e d’altronde approdati alcuni vafcelli con fòrmenti alla