320 DELL’ HISTORIA VENETA 1615 Feria, fcelta l’imprefa di Verrua, che alla prima con poche ^orze laverebbe potuto efeguirfi, v’ impegnò tutto il fuo for. atent’ar"0 bitii!imo Efercito, con gran refpiro dell’animo, e delle fol. vtnua. lecitudini de’ Francefi , e di Carlo . E veramente , per effere il fito così internato nel Piemonte, fupponendola imprefa di brevi giorni, fperavano gli Spagnuoli potere di là travaglia-MeiFiaxr re nelle vifcere il Duca co'Quartieri del Verno. Il luogo è %ad,irt P*cei°l° j a^a deftra del Pò , rilevato in Collina, con deboi Caftello alla punta , e nel declive con deboliilìmo Borgo , all’ hora poco men , che trafcurato, e fguarnito. Ma il Feria / rat feruti con Gonzales di Cordova, che, di Fiandra venuto , affifte-^InullT va alla direttione dell’ Armi, con gli apparati, c con le di-^reftano in » che ricercava la molla d’un grand’Eiercito , diede falcati nel- tempo al Principe Tomafo, & al Chrichì, dalla cura di co. lamfa. prir’ Afti difimpegnati, d’infeguirlo, e di fiancheggiarlo, anzi di fpingere il Marchefe di San Rairan, con mille huomi-ni di rinforzo a’ trecento, che foli fi trovavano dentro. Ad alcuni pareva , che i Capi Spagnuoli praticaifero eccellentemente le regole militari, ma non ben l’aggiuitaifero al pre-fente bifogno ; perche il procedere colf Efercito unito, l’af-ficurare i quartieri, il trincerarfi prima , che affalire la Piazza , cauto configlio fi conofceva contra i luoghi più forti ; ma per Verrua fi giudicava eccedente alla qualità dell’imprefa , & inopportuno pe ’1 proflimo Verno. E’ veramente la guerra , come un mifto di contrarii Elementi : la prudenza con la fortuna fi confonde bene fpeifo, e fecondo che 1’ oc-pcaclrb' cafione ricerca, la cautela,, e l’ardire hà il fuo tempo. Tut-diforùfi. to dava modo al Duca di meglio munirla , e d’applicar’ al foccorfo, che alla prima penfava quafi di trafcurare. In Cre* fcentino, che fopra il Pò gli ftà dirimpetto , fece la Piazza d’ Armi, e gittato un Ponte fi fortificò sù le fponde del Fiume . Onde a gli Spagnuoli refe vano ogni sforzo ; perche en-ter, ogmfu0 travano a^ arbitrio del Duca nella Piazza i foccorfi a ban-maggi,r diere fpiegate, fi cambiava il prefidio a Tamburo batt uste eemmodo. rinfrefeavano i foldati, s’ eftrahevano i deboli, & i feriti, JdtlJjaho e ^ ^ ^er*a un ^ato tormentava , Carlo dall’ altro la d'unni,1. rifarciva . Servì d’efercitio famofo per moltiilimi giorni un *"•' Rivellino, ch’era nel Fondo del Borgo, protetto dalla par- te