LIBRO PRIMO. 2 7 di Mantova, che frequentava l’initanze de gli ajuti, con varie arti il Governatore fi fchermiva, configliandolo a portarli in Cafale per dar calore con la prefenza a quell’Armi, che auiiliarie gli preparava, e per feco abboccarfi in pattando. Era da altri Ferdinando in contrario efortato j perche, cffen-dovi il Principe fratello nel Monferrato, non pareva decente, che ambidue andaifero ad efporfi, & a collocarli in mano de’ Miniftri Spagnuoli, lafciando in Mantova la Nipote, fcoperta a qualche infidia, e forprefa. Volle però, per inoltrare all’Inojofa rifpetto, ch’era quell’appunto, ch’egli più pretendeva, e rendergli quel culto, che anco da Savoja frequentemente con inviare il Principe di Piemonte, fi praticava, andar' a Milano: ma non riportò da’ difeorfi, che enigmi, e ritornò a Mantova con fieriifima geloiia , che il Governatore foife già vinto da gl’ Intereffi, ò da gli affetti della Cafa nemica. Haveva l’Inojofa in altri tempi militato fotto l’infcgne di Carlo j e riportatone in premio il Marche-fato di San Germano, gli fi profeifava così ftrettamente obligato, che nel venir’ a Milano, prima d’entrare al Governo , volle feco abboccarfi, riportandone doni, e favori f Quefta tal confidenza fi nudriva anco al prefente dal Duca, liora con publici uffitii, hora con mezzi fecreti ; onde, fe bene nel Con figlio di Stato i difeorfi di Negotio , ò i motivi deh’Armi procedevano contra di lui con qualche acerbità , fa pe va li però eifervi più fecreta confulta di tre foli fog-getti luoi confidenti, che reggevano l’animo del Marchefe, e raddolcivano tutto. Ciò rendeva il Duca così baldanzofo, che fe bene qualche militia , lentamente raccolta , fi folle ipinta a’ confini del Piemonte, feorreva ad ogni modo il Monferrato, lo devaftava col ferro, e col fuoco, e devora-va conJc Speranze 1 occupatone del refto . Rendendogli!! perciò infofferibile tutto quello, che contendelle le fue pre-tenfioni, ò s’opponeife a’fuoi vaiti difegni, ò difcrediralle la molla dell Armi, non poteva patire , che i Venetiani pre-lbllero ajuti a’ Gonzaghi. Concitato per tanto d* acerbiflimo ldegno, chiamò Vincenzo Gulfoni, che per la Republica ri-fiedeva apprelfo di lui Ambafciadore, e leco dolendofene 1 eiortò a ritirarfi da gli Stati fuoi, quali che elfendo il Popolo mal’ 1613 F erdin mJ» tonfigli alo dal Governatore a traiferirfi a Cafale. Vien per-fuoi» in tom trario. Per abbtc- < tir fi feco fi conduce a M