LIBRO CLTJ ARTO. 231 non pruovava più fiero emulo, che il Duca D’ IJcceda, fuo ¡6lt Figlio, unito a Fra Luigi Aliaga y Confeifore del Rè; onde non reftava più angolo, dove non foife tefo 1’aguato , fino ne’ penetrali della confcienza, e ne’ più arcani colloqui! del-T anima » Cedè in fine il Rè al defìderio comune della Corre, e de’Regni y & in honor della Porpora importo lllen-tio airaccufe, comandò, che il ri ti rafie. Reftava dubbio in pZhlfUc-un iecolo, proferitto dall’ira del Cielo,, a ludibrio de’fa- cufe\v',en voriti y fe fufle il Rè per aiTumere in fe fteflò il governo, dftlJ) quando la morte lo rapì a’travagli,, che feco porta l’Impe- odal rio nel Quarantèiimo Terzo della fua età » Gli anni di lui che muore veramente farebbero ftati più memorabili, fe più tofto, che ,v‘aP0C0-Rè T folfe nato nel Regno ; perche y eifendo decorato de gli ornamenti della vita, meglio che dotato dell’arte di coman- ¿JÌaj^avi, darey come la bontà, la pietà , la continenza lo conftitui- ta ornata vano Superiore a’ fudditi r così la difapplicatione al governo 10 refe minore del bifogno * Da’Publici difetti corrotte le private virtù, & in particolare otioia tenendo la volontà , fi credeva,. che altra funrione non haveife riferbata a fe ilef-fo, che d’ alfentire a tutto ciò y che il favorito voleva. Così il Reggimento del Mondo,, raccomandato dal Cielo a’Principi r come a Poderi legittimi,, cade ne’Mercenari!, de’quali non conofcendoiìy che intereifata la vocey & ambitiofa l’autorità f provano i Popoli ftragi y e calamità , & i Principi ftef- 11 rendono conto a Dio di quel talento c’ hanno lafciato mercantar a’ Miniftri. Certo è, che Filippo nell’angonia del- lafciando la morte confolato non fù tanto dalia memoria de’ fuoi co- ilumr innocenti, quanto agitato da gli {limoli delia con- bili 11filmo-icienza per romiiìione del governo. Corfé fama,, che ce- ‘d? dendo in quel punto alla legge Divina le maiììme dell’in- fuoicofiu' terefle ,, la reftitutione delia Valtellina precifamente ordinaffe. Il Figliuolo,. Filippo Quarto,, aifunfeil Regno in età cosìgio- f.}. oiv vanile (fend’egli di feJici anni) che il Mondo haveva log- jttO Figlio y getto à’ attentamente oifervare,, fe F ambinone, morbo coma- sJ{accerone de’ Prii •C'pi’ y più preila l’ìrritaffe y ò lo iatollaife. Ma fu-bito apparve y che Y afeendente de’ favoriti non era tramontato prenda per anco ; imperoche portati al Rè i d ifpacci, gli confegnò a Gafparo di Gufman, Conte d’Olivares; e moftrandofene que- o/