LIBRO OTTAVO. 475 Y);na, d A viglia na, di Stifa, di S a liizx° > di Brìcherafco, 163 1 con tante Valli , /ori/ , O* /#0£& , che fquarciano il Piemonte, e gli affé di ano la Metropoli fteffa. E quando credere con la for%a fcacciarne i Frane e fi, che nella vicinanza pojfono inondargli lo Stato, 0“ -ajato de fiderà tener fi aperta per le venture occorrenze < Penfafse Vittorio alle congiunture prefentì, (j* d proprii intereffi : perche, fe a cedere Pinarolo non af sentìjse , rejiava la Francia con quella Piazza non f°^° 1 ma C°W am~ pìjfime fpoglie della Savoja, e del Piemonte. Efser ella bora-mai arbitra della quiete j e dell armi. In Caf ale efiendere la mano, e l autorità. ’NJ molto di Mantova curarfi , lontana da’ Juoi confini, e bilanciata da grandi (fimi ac quifii, co quali può con larga, mano, e compenfare le perdite del cliente, e prevaler d vantaggi degli Spagnuoli . Fluttuava il Duca tra ¿p,iu„iS gravi pcnficri , perche dall’ un canto allettavalo il defiderio W'JP** di pace, e la fperanza di ricuperar col trattato, ciò , eh’in altro modo non poteva ricavar da’ Francefi j dall’ altro comprendeva, che, rinunciata la cuftodia dell’Alpi, e delle Porte d’Italia, non farebbe più dalle Corone la di lui Amicitia ap-