LIBRO SESTO. 321 te iuperiore da alcune trincere, e tagliate, che falivano in più parti fopra l’erto del colle , 1’ una con l’altro preftandofi calore, e difefa. Ivi a viliffimo prezzo, per la conquida di così poco terreno, li giucò in fattioni infinite il fangue di molti, ettendo a gara con chiariflìme pruove attaccato, e di-fcfo. Dittrutto in fine più che acquittato, tentavano gli Spa-gnuoli a palmo a palmo avanzarli, quaii ferpendo in alto; ma con lenti, e fcmpre combattuti progreifi, mentre che con più celere patto la ttagione, 1’ infermità , le morti annichilando l’Efercito, efpugnavano la coftanza del Governatore di Milano. Il Duca l’infultava con tanto maggiore baldanza, quanto che alle fue infittenti premure, non ottante il Verno , fcendeva di Francia il Marchefe Vignoles con circa quattro mila foldati. Apparivano perciò quafi attediati gli af-fedianti medefimi, perche l’acque, e i fanghi cingevano gli ¡popolati quartieri, ne’ quali con gran dubbio fi itava d’ ef-fere foprafatti dall’ ardir de5 Nemici : e confutavano appunto i principali Capi dell’Efercito di cedere alla fortuna il puntiglio , quando Carlo, & il Chrichì, dando fopra gli tteifi quartieri, & occupando alcuni pofti, aftrinfero il Feria a levarti di notte con tacita ritirata. La malagevolezza delle ftra-de impedì ’1 Duca dal feguitarlo, e la renitenza de’ Capi Fran-cefi lo divertì dal portarli nel Milanefe. Onde il Feria con poche reliquie di grandiffimo Efercito potè giungere a Pon-xettura nel tempo medefimo, che anco ii Santacroce, lafcia-to il Piemonte, ii reftituiva all’imbarco. Da tali fucceifi, ne’ quali havevano le due Corone confeguita più tofto la fo-disfattione d’ haver protetti gli Amici, che riportato il decoro d’imprefe confpicue , non s’interrompe il racconto de’ fatti della Valtellina, dove, alla Riva giunte 1’ armi de’ Collegati , come al termine de’ loro progreifi, erano ftate più meli otiofe, ancorché per gli rinforzi fopravvenuti confitteifero in otto mila fanti, e cinquecento Cavalli in Campagna, oltre i Prefidii, & un Corpo di genti, che 1’Harcourt fi trovava a Chiavena. Tuttavia l’altra parte, fe bene inferiore di numero, perche, partito il Serbellone, al folo Papenhaim Tettavano raccomandati dal Gouernatore di Milano quei pofti con cinque mila, e cinquecento huomini a piedi, e quatti 'ÌSLarn T, 1, X tro- i6z 5 dopo innumerabili V*f*. gareggiando le *gi,rejjùni con le di fi* A. l'acqui-flano gii demolite . T avanzati-dofi con perdile. fyquefl tati fra U anguflii de'fiti. per vederfi ¡’Inimico addojfo, fi ritirano. quafi fen-^a gente partendofi del Pie-mente . C allegati, nella Vai-tellina d' i ntorno a Piva . foce or fa dagli Spa-gnuoli,