742 DELL’ HISTORIA VENETA 1643 le folta nze de’popoli in preda alle profuiioni de’ favoriti ,1 Col titolo di Giulio coprì molti eferapii feveri, riempitafi la Baftiglia d’innocenti più volte, e maneggiata la fpada del Carnefice a private vendette de’ fuoi confidenti. Il Fratello fù profugo, la Madre fugata. Però fe la grandezza del nome del Richelieu offufcò ne’ fatti illuitri la gloria di Lodo-vico, lo fottraffe anche da molti biafimi, fuorché da quel- lo , che gelofo, & avaro della fua autorità co’ parenti, di ru"lJtÌo fcwerchioiie folle prodigo co’ Miniilri. Lodovico Decimoquar-dlvul °~ to, che non compieva ancora un luitro della fua età, af-xiy• funfe il nome di Rè j e perciò fi vaticinavano grandi rivolte, mentre all’interne confufioni, che la Reggenza di Donna Spagnuola , la novità del governo, gli affetti de’ Miniitri, e le pretenlioni, e difguiti de' mal contenti additavano pronte , s’ aggiungevano le fòrze Straniere, e l* Efercito del Melo, £ÌM% ’le che di diciafette mila Fanti, e fette in otto mila Cavalli fi frtntieu . moitrava alle frontiere, per porgere invito, e fomento a chi cheftracco voleife tentar cofe nuove. Havend’ egli attefo, durante l’in-fuuiuny.s fermità del Rè, otiofamente più giorni, deliberò in fine d’ invadere la Francia, per promuovere il torbido più forte-ìnoitratcfi mente con certa fperanza di non trovar refiitenza, e che fpi-ntiia Tiro- rato il Rè , fi fconvolgeffe il governo. Entrato dunque, con accrefcimento di nuove forze , l’Efercito nella Tiraicne, e de-Ucctoh. vaftati molti luoghi col ferro, e col fuoco, inveiti Rocroii, picciola Piazza, alla frontiera della Sciampagna, che fola credeva gli oftatte , per giungere fino a Rheims, c di là forfè a Parigi . Veramente il Cielo molto partiale fi dimoitrò in queita congiuntura alla Francia,* perche, fe il Melo, ritardando la mof-la, foileneva in credito l’ Armi, ò fe, riuibendo il penfiero d’ occupare la Piazza , haveife potuto verfo Parigi inoltra fi a fomentar’ i partiali, e confondere gli altri, certamente dal fe* polcro di Lodovico rifurgeva la Fortuna della Corona Spagnuo-ìa . Il Duca d’Anghien, Figliuolo di Condè, che, appena ufeito dalla pueritia, comandava T Efercito in quelle parti, col-l’aifiitenza del Marefcial dell’ Hofpital, e del Signor di Gailìon, alla notitia ditale attacco, ammafsò prontamente, quanto gli ¿ovtfin- fù permetto, di forze , che nt>n afeendevano a più di quattordi-vZgh,(n. ci mila huomini a piedi, e fei mila a Cavallo, e s accollò alla Piaz-