230 DELL’ HISTORIA VENETA i6zi le cole, affai contingenti . Giacomo colla folita pompa dì parole rifpofe, Ejfergli a cuwe la fìcurtà, e lafa/ute d Eu-con Ughi ropa . Da gl' zvtereffi d'Italia non divertire / occhio, e le obìathns. cure t Tenere la T^epuhiica Jopra tutti nella confi Jen^a dì-letta , e nell amìcìtia coflante . Dichiarare per tanto, che, fe de gli Stati Vatrimoniaii fojfe fpog/iato il Genero juo, efpedirà per Joflenerlo in Aiemagna un Armata potente. Se . . gli Olande fi faranno invajì, non rifparmìera /’affi/ìen^e j e rameLT' fe ì Veneti ani patiranno moleflia, li foccorrer a con le for^e ritrattate, "Regni, per caparra permettendo , che faceffe- ro leva nell’ Inghilterra al prefente di dieci mila faldati. II Senato con lettere efpreffe gliene retribuì gratie abbondanti , riputando a decoro, fe non a prefidio , quefte magnifiche offerte. Non s’ignorava, che in quefto tempo mede-fimo gli Spagnuoli trattenevano il Rè in fperanza del Ma-»fe bine¡n trimonio di Maria, fecondogenita di Filippo, col Principe di ^dtwfffimth Galles, per renderlo a tutti fofpetto, e per fargli credere, coiu spa. che la reftitucione del Palatinato farebbe tra’ primi articoli Almeno di quefto contratto. Ad ogni modo egli in Madrid effica-peria re/n- cernente premeva anco per la reftitutione della Valtellina, e /!Tvaitelu- fopraggiunto il Baffompiere infifteva, contribuendo anco gli "leliTcor. ^ Nuntio del Pontefice, e 1’ Ambafciatore de’ Vene- te. °' tiani. Mala morte di Filippo Terzo lafciò per qualche giorni* diver. no fofpefo il negotio. Poco prima s’ haveva affai cambiato feda quei afpettQ la Cortei perche, benche il Lerma con la Por-tbbombiaa pora Cardinalitia haveffe creduto coprirli dalle vicende, e da gli accidenti, ad osni modo effendo difficile fofteneriì benché njf u- <=> . . ’ O , . . . ioaic*rdi- con arti buone lopra li genio de Principi, non andava elen-”™nnepu- te dal Polito maligno intìuffo dell’ invidia, e della fortuna. blicandolo Publiche voci correvano, che con veleno haveffe alla Rei-rec°diTTr" na Margherita procurata la morte , cooperandovi Roderi-co Calderone, che fopra l’animo di lui teneva uguale pof-fanza a quella, che egli fopra la volontà del Rè efiercita-ùiZpevoie va * ImPutandoglifi in oltre difordini nel governo , & in rei Minifle- molte cofe al vero aggiungendoti la calunnia, 1* invidia, e m2vel*di l’intereffe de’pochi, la fua caduta dall’odio di tutti fiera-luicaduta, mente fi promoveva. In quefto angufto camino dell’ambitio-ne di Corte da gualche tempo in quà lottando con molti, non