252 DELL’ HISTORIA VENETA 1622 attacam-àofi con diffide di cannonate . M/ih donato in parto dalla Cavalleria , che tumultuo!. ontra nondimeno intrepidamente mi conflitto . incontro ; opereranno d accordo il cuore, la voce, la mam 1 Altra parte della Vittoria per me non pretendo, che la fama , (y il merito ; perche ad altro non afpiro, fe non che la morte medefìma, che nel fuo feno raccoglie f oblivione di tutto , mi lafci fopra il fepolcro una ricordanza di gloria. Farei torto al vofìro coraggio, fe v additaffi, oltre opulentiffmi premii, la neccjfit 'a del combattere. Ben voi lo fcorgete, che fiamo cinti da tutte le parti nel centro de' Vaefì nemici. Dove patiamo bavere, o la ritirata ficura, ò il ricovero certo ? Sen^a Stati, fen^a danari, in queflo folo Efercito, e nelle deflre babbi amo / Regni, e t Thefori. Hora armati fiamo il flage/lo de Principi, lo fpavento d Europa ; vinti faremmo nomi viliffmi, proferita da gli Au/ìriaci, efecrati da tutti . In fomma non dandofi afilo tra la vittoria, e la morte, bifogna ò perdere, 0 trionfare. Mentre così diceva il Mansfelt , non mancava d’altra parte il Cordova, circuendo 1’ Efercito, di ricordare ad alcuni il decoro della natione, ad altri la difefa del proprio Paefè, a tutti ’1 merito della Religione, e del Reale fervitio. Ma da5 Cannoni con tiri frequenti horamai le voci s’interrompevano. Sette il Cordova n’ ha-veva in tre (iti difpofti. Il Mansfelt ne teneva due foli ; perciò gli compieva con paifo celere affrettare la zuffa. Ma nel punto di comandare la moffa, trovò che ne gli Eferciti Mercenari , e di gente volontaria comporti, molti pretendono d’ei-fer’ uguali, fe non fuperiori al lor Capo. Non tenevano tutti per combattere gli fteffi motivi, nè per vincere 1’ interefse medefimo. Perciò parte della Cavalleria ammutinatafi fece alto , in vece d’andar’ alla pugna, dimandando le paghe. Non valfero preghiere , ò ragioni del Conte, nè che alcuni chiamando per nome , ad altri rammemoraiTe l’attioni più infigni, & a tutti additaife nella neceflìtà del combattere riporti opu-lentiffimi prernii, e nella Vittoria il pagamento, & il ripofo, perche immobilmente furono fpettatori della battaglia . Nè poteva egli più ricufarla ; ma coll’ Efercito , indebolito di forze, e d’animo, convenne entrarvi con gran valore, e con tal prudenza, che non Iafciò di fe rteffo desiderare maggior coraggio, ò miglior configlio. Nel corno finiftro l’Alberftat foftenne l’empito con la fua gtftte a Cavallo , fin attanto che