1612 iw'lftnt (il lire Arrba-f( ¡adorigli abbandona la (urica , tiibiamato ¿itila Rcpo-Hica. minatela Spagna . it Ponti-fio . i Veni-t.ani, fi eftrift* Ji (idtrr a spanna li {ut ragioni, turni ri la Nipoti fi fondura a Milani. il th ¡ti xitn pro- W.lfll pi? ij,frittura, 28 DELL’ HISTORIA VENETA mal’imprciTo di tali aiTiftenze, non foiTe più per trovare nella Corte Tua la ficurezza, che al carattere concede la ragion delle genti. Il Senato, da ciò comprendendo, che la prefenza del Tuo Miniftro ferviva al Duca di rimprovero, ò di fofpctto, gli comandò di partirli. Ma il Duca rifoluto d’ ardere l’Italia, pur che reftaffero le reliquie , e le ceneri a Tuo profitto, evaporando l’ambitione, e lo fdegnoj ie vedeva l’Arnn Spagnuolc a fronte, minacciava di tirarli le Fran-cefì nel feno ; fe il Pontefice l’ammoniva alla quiete, pro-teftava d’inondare la provincia d Eretici; fe 1 Veneziani foc-corrcvano Ferdinando, bravava di commuover’ i Turchi, e di fpinger nell’Adriatico Corfari ftranieri. Gli Spagnuoli pro-poftifi di fare lina Guerra d’autorità, ò con foli uffitii regolando gl' IntcreiTì de’ Principi, ò con l’Armi moftrando predominio, mal volentieri vedevano altri ingerirfi. Ma 1’ Imperatore credendo, clic tanto difcapitaife 1’ autorità fua , quanto la Spagnuola s’augumcntafle, deputò Francefco, Principe di Caftiglione, accioche per fuo nome interveniife a’ trattati, animonilfc Carlo, & in oltre gl’intimaife il Bando Imperiale j fe depofte l’Armi, e reftituiro ogni cofa, non fi contcnelìc trà più moderati confini . Vide finalmente il Mendozza , provocato dalle voci di tutti, le necellità d’armarli . Onde diftribuite numerofe patenti, per Italia, Alemagna , & Helvetia, fi trovò pronto con floridillimo Efer-cito. Nò Carlo mancava a fe Hello, ma alle provifiom del-l’Armi non celiava di traporre negotio, cshibendo ai depo-fitare in mano del Rè di Spagna le ragioni, e le Piazze, purché a Milano folle condotta la Principila Maria per trut-tencrvifi con la Madre . Ciò mirava a feminare gelolie trà Ferdinando, e gli Spagnuoli ; perche, quanto il Governatore conofcendo il vantaggio, c’1 decoro della Corona ,.v’adhe-riva per intcrelle, e per genio, altrettanto conveniva per propria falvezza il Duca abborrirlo. Nè il Caftiglione vi diiscntiva, che oltre certa averlìone contratta , come confinante , e minore, co' Signori di Mantova, ancorché fuoi congiunti, preferiva per li fuoi privati riguardi facilmente alle commiiìioni CYfaiee le fodisfattioni di Spagna. Dunque in Milano fù cftefa fcrittura, nella quale a Cario li pio-