i£z4 ma per cagione della Lega . porta te agli efami della I{epu-blica . fi rigittaro con ragioni , 290 DELL’ HISTORIA VENETA cioche tutta la Lega vi concorrefle, furono i progetti portati a’ Venetiani ; perche, quantunque i Franco fi , e i Savoiardi fi foifero dati a credere } che, memori dell’ emulationi antiche, dovettero facilmente adherirvi, in Senato però pofte le paflio-ni ( dal tempo, e dalla lunga Pace, quali che cancellate ) in bilancia co’motivi dell’equità, e del comune intereife, Giovanni Bafadonna contra alcuno , che y’ aifentiva , parlò in tale fenteiiza. Doveremo dunque vendicare le provocai ioni, ò le gelofie degli Aufirtaci [opra uno Stato innocente ? Oh quanto farà perniciofo a tutti l efempio, fe, per infi ¿gare alla guerra, bafierà l opportunità del fito, 0 l'opulenta dello Stato. Egli è vero, che fono i Genove fi obligati alla Spagna 3* ma il timore, e la neceffità, in cui vogliamo precipitarli, non è il me'stxo di feioglierlì da quelle catene. Se bora prefi ano ì V orti , fe concedono il paffo, converranno accettar i Tre fidii. Se i privati contribuirono /’ Oro, afirìngeremo ilVublìco a ricever la Legge. Dall una parte pretende conapplaufo la Lega fcacciar dalla Valtellina gli Spagnuoli, ef eludere dalla J^be-tia gli Auftriaci, redimer i Grifoni, refiituirli alla Libertà, al Dominio j dall altra con ìngiuftitìa tenterà d opprimere Genova, d eflinguere una T{epublìca, di cambiare forfè nome, ma non foggettione all Italia ? Ma che parlo d acquifti ? vorremo più tofio, che moderar il comando degli Spagnuoli, pe-fante pur troppo a quefl' afflitta Provincia, acerefcerio con nuova , e maggior appendice, a fpeciofo tìtolo di difefa, fetida contrafio . Chi sa che non raffigurino un giorno i ij e nove fi la loro fortuna, e che, cambiando 'affetto / Italia, non r ¡fare ifc ano il lufiro al loro governo ì Ma ne perderemo la fperan^a per femore , fe a vincoli d oro, che ne legano alcuni al prefente, aggiungeremo quelli di ferro, ne quali 7 pericolo gli ponga tutti cattivi. Non è così agevole , come fenti amo da F rance fi, e da Savoiardi delinear fi, la propofia conquìda, E’¿1 Genove fato , refo forte dal fito, difefo dalla Natura. La Città dall ampiezza , e popolai ione può fofienerfi'? il Mare apertole fomminlftra foccorfi) il Milanefe vicino contribuirà l affiliente . E che avverrebbe dì Carlo, quando fi trovale cinto dagli Spagnuoli, e di Genove fi in più lati, e forfè la fc iato in preda a' pericoli da F rance fi per la loro naturale inconfian%a. ì \ Non \