té 14 titnt introdotto in Ciliegi«, riportsdom gli affati ¿Itila l{tpu-blica. intinto alla Pace d'Italia. fer laquait contìnua in far nuovi iiWtt, 54 DELL’ HISTORIA VENETA fo il Pifcina nel Collegio, a rapprefentare tutto ciò che paf-fava trà’l Duca, e gli Spagnuoli. Efagerava le violenze, che prefumevano quefti inferirgli. Deplorava la conditione de’ Principi Italiani. Additava le confequenze deir Efempio, •non meno, che i motivi dell’Intereife comune. Difperava per l’elatione del Governatore di Milano, fendo fianco il Caftiglione di proporre partiti, e d*~* Ferdinando venendo richiamati a Mantova i fuoi Deputati, il buon’ efìto di qualunque trattato. Eccitava per tanto il Senato a’ rifleffi, e a’ rimedii per foftenere la dignità dell’ Italia, che fe lo venerava per Nume della fua libertà, niente meno Carlo, come primogenito della Republica, defiderava d’haverlo per direttore, e per Padre. I Venetiani confolarono il Duca, 1* aflìcurarono d’affetto, e d’offitii, & efortandolo all’accordo con Ferdinando, e alla quiete; non tralafciarono qualche impulfo di rendere quel rifpetto alla Spagna, che nella disuguaglianza delle forze foife compatibile con la dignità di Principe libero. Nel tempo medeilmo a tutte le Corti portavano con ardore fenfì, e defiderii di Pace ; alcuni eccitando ad interporfi, altri pregando di facilitar’ i ripieghi, in Spagna particolarmente, e a Milano non tacendo i pericoli della Guerra, e le calamità fopraftanti. Ma l'Inojofa dell’ efpeditione del Pifcina a Venetia fi moftrava irritato, più che contento; onde fopra le di lui gelofie la Republica in-neftando le proprie, continuava maggiormente a turbarli 1’ afpetto delle cofe, & ella in confeguenza ad armarfì, fub-rogato Antonio Landò, Procuratore di San Marco, nei Gè* neralato al Priuli, e commefsa leva di due mila fanti al Principe Luigi d’Efte, di recente condotto a ftipendii. Tra gli Svizzeri procurava, come s'è detto, pafli, e levate ; ma fenza lega non potendofi confeguire, applicò l’Ambafciatore Barbarigo al maneggio, fermandoli anche qualche tempo ne’ Grifoni, Popoli rozzi di genio non meno, che alpeftri di flto ; ma tra loro non trovò difpofitione di rinnovare quella, che già flipulata con la Republica, era ultimamente fpirata ; perche oltre la venalità de’ loro affetti, & interefiì infurfe l’oppoiitione del Pafquali, Miniftro Francefe, che dall’ accumunarfi ad altri i paffi della Rethia, credeva,