484 DELL’ HISTORIA VENETA
 1631 timorite da tale fuccetto le Piazze di Colbergh, e di Land* tajfktop,, fperg gli fi diedero a patti, mentre nell’afledio di Magdemburg fotte Mag- il Tillì s’impegnava. Tenevano i Protettami all’hora in Lipfia d,mmcnue fi D>eta 5 e publicavano fotto il calore del Patrocinio Svedefe ,<aiurano a que’fornimenti, che la forza di Cefare haveva per lungo tem* po foppreilì 5 anzi parevano maggiormente irritati, perche nel-fi: la Svevia , ritornando d’Italia le truppe di Ferdinando, ha-wnudY' vevano, in pattando, ad alcuni di quella Religione inferiti grahdiilimi danni. Cefare haveva loro anco negato di rivocarc fi conpiun- 1’ Editto fopra la rettitutione de’ beni di Chiefa \ onde deli-berarono d’armarli, e d’ unirfi a gli Svedeii, implorando dal /lavo. Rè per Magdemburg pronto T e vigorofo foccorfo . Guftavo g/i'feZrfr nonio negò j ma, prima volendo degli Elettori di Brandcm-jbur&’ e ^ Saiionia accertarfi, mentre negotiava perconfegna crudelmn- di piazze, e per unione di truppe, Magdemburg fu prefad’ Ttad7innì- atta Ito , diftrutta dal ferro , defolata dal fuoco, con ttrage tale, miro. che fi refe di terrore a’ Protettami, e d’ horrore a’Cattolici, con grave biaiimo del Tillì, che parve, com’ è folitodi molti, avvezzi alla buona fortuna , che incrudelitte nel vederfi abbandonato all’ avverfa. In fine dopo reciprochi, e varj faccetti di non grande momento, mentre il Sattone s’armava, il Til-tit noHton p, ^ per ailicurarfi de’fini fuoi, lo ricercò d’unione, di patto, Liloni dti e d’ alloggj 5 e non compiacendolo 1’ Elettore , egli entrò nella s*£inlitr* Mifnia, per atterrirlo, & occupate alcune Città , attaccò Li-m\la Mi- pfia , che ricufava di ricevere prefidio. La Città d’ampio giro, ^upàt?onì\ e di fiacca muraglia dopo due giorni cedè . Ma il Sattone ir-r‘tato s* un* h°ra a gli Svedeii con la fua Armata, con-dofi qutfli « fidente di dodici mila foldati * Credè Gullavo , che, per man-C(h"r!/iiu- lcncrc la fama, e gli acquifti, gli convenitte infiftere in nuo-n di t»mn. vi progrefli, e fenza dar tempo a’nemici d’unire, & accre-fccrc le forze , cimentarfi a battaglia col favore della riputa-tione , e della fortuna . Nè potè , efiendo troppo vicini gli -rlm’y 1 Eferciti, il Tillì ricufarla, perche col ritirarli cedeva al van-fouadrona- taggi o, e al decoro ; & il Rè incalzandolo, rilaverebbe dit-dù *\Ar- ordinato, e vinto fenza alcun rifehio. Si trovarono dunque ap* ’"rT/u Pre^° Lipfia l’Armate , pari di valore, e di numero , comandaci,!’ ’ te da due Capi, che nell’armi non havevano forfè altro , che la dignità difuguale. In lunghiilìme fila fi lchierarotio gli Eferci*
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