LIBRO SESTO. 325 Francefi, e confumare gl’ Italiani tra le gelofie, e i difpendii* Il Legato dunque, vedendo la dimora fua riufeir’ inutile al negotio, e pregiuditiale al decoro, partì fenz’ attender 1’ elìto d’ un’ AfTemblea de’ principali Soggetti, che il Richelieu convocava , perche previde, che, non elfendo altra del Favorito la mira, che d’interelTare ne’ lenii Tuoi i più accreditati del Regno, non farebbero le loro opinioni, come appunto feguì, da’ di lui Configli dilcordi. Godeva all’ hora il Regno nell’ interno certa quiete apparente , da poiché , fcacciato il Soubize dall’Ifole, e difìipategli le navi, furono accordati con gli Ugonotti alcuni Capitoli, che in fine la Roccella ancora gli ricevè fotto cautione del Rè d’Inghilterra, che le farebbero dalla Francia olfervati e pareva, che il Rè fof-fe per applicarfi più validamente alle cofe della Valtellina, per dar’ a quelle calore, havendo anco fpedito i Venetiani a quella Corte Simeone Contarmi, Cavaliere, Procuratore, in Ambafciator’Eftraordinario. Ma il Pontefice, malamente digerendo, dopo 1 difprezzo dell’armi, le repulfe ancora nel negotio, fi dichiari di volere nel principio dell’ anno venturo con fei mila fanti, e cinquecento Cavalli fotto ’1 comando di Torquato Conti rientrare nella Valle. Per dar corpo, e fama alla molla, follecitava Leopoldo, che per la Devo-tione dell’ Anno Santo in Roma fi ritrovava, ad invaderla dal fuo canto. Efpedì à Milano il Prior’ Aldobrandino, che concertò*, doverli dal Governatore provedere i viveri, fornire gli appreftamenti, e il Cannone, e fupplire ancora al numero delle Militie, che fcemalfero nelle fattioni, a fpefe del Rè, ancorché fotto l’Infegne del Pontefice llelfo. Da rifolutione così improvifa colpiti i Collegati fi mostravano grandemente commoifi , che Urbano, rinuntiati gl’ inftituti della profelfata neutralità, fi volelfe far parte in quella guerra, in cui trà tanti riguardi il lantiiTimo della Religione horamai non ferviva, che d’ ombra. Perciò havendo il Cardinal Magalotti partecipato in Roma a’loro Miniftri, che lo ftrepito di quelì’armi non tendeva, che contra i Grifoni, fecero dirgli, Cti emendo indijlinto F intere[se di quei Topo/i dal comune della Lega, quanto veneravano i Principi il TSLome Sacro del Sommo 'Pontefice, altrettanto ftavano rifoluti di non abbi* 'bianì T. 1. X 3 ban- 1625 partendo fen^ ‘’fpM-tar I' ’.opinioni dell' AJfemblea . conoften-¿0 dell' Arbitrio di ¡{ichtlieu attraherfi V (eguito delle Con• /ulte. mentre il * Regno , ri-dutto in qualche calma con gli Ugonotti . mojlra voler volger/! con ardore atrti affari della Val-tellina . minacciata dal Pontefice. che vi fol -lecita PArciduca . concertando c ol Feria i pro-vedime nti opportu ni . non fenxjt commotiont de'Collgati, che ne proferirono il lor fenti-tnent 0.