dell’ « intelligencija » russa sconvolta e senza bussola nei giorni della guerra civile. La scena si svolge in Crimea (in quegli anni lo scrittore visse appunto in Crimea) durante l’occupazione di essa da parte dell’armata rossa. Lo sfondo è dato dalla fuga e demoralizzazione dei bianchi e dall’ affermazione del potere soviettista- L’interesse della narrazione è appunto* nella contrapposizione dei diversi gruppi di persone, dal loro incontro e dal loro urto*. Questi-gruppi sono precisamente tre : prima di tutto la borghesia e l’aristocrazia, fuggita in Crimea e sfor-zantesi di continuar qui la sua esistenza, poi i boi-scevichi, sostenuti energicamente dagli operai e dai contadini, infine gli intellettuali, la cosidetta « intelligencija » ex-rivoluzionaria, medici dello Zemstvo, professori, ecc., che, attaccati ai loro vecchi ideali rivoluzionari, ma spaventati dalla rivoluzione in atto cercano di mantenere una specie di posizione neutrale « senza uscita ». La pittura che Veresajev fa del primo gruppo, borghesi e aristocratici, è senza dubbio spietata : mancanza di talento, falso eroismo, infingardaggine ed anche crudeltà. Sappiamo che non mancarono anche qualità opposte a queste, ma Fobbiettività dello scrittore, e tante altre fonti, ci assicurano che queste qualità così bollate furono una delle cause per cui il movimento bolscevico potè trionfare. Artisticamente il Veresajev non fa che confermare (e bisogna tener presente che il romanzo fu scritto nel 1922) quel che ormai è già noto per documentazione storica. — Contro i bolscevichi la mia coscienza mi permette tutto — dice un ufficiale bianco- — Li fuci- * 141 *