in pubblico, alla propaganda diretta e violenta, non ebbe a soffrire delle privazioni a cui si trovò soggetta la letteratura, diciamo così, classica o Borghese, che aveva perduto', a poco a poco, tutti i suoi organi (le riviste e le case editrici). Il futurismo era inoltre rappresentato anche in Russia prevalentemente da poeti e anche questo era un vantaggio. Il nome del capo di questo movimento, Majakovskij, la cui attività migliore risale ai primi anni della guerra, è ormai notissimo anche all’estero ma come capo di un movimento sorpassato, perchè, venuto meno il primitivo appoggio del Governo rivoluzionario, il futurismo è ridiventato una corrente fra le correnti ed è stato ormai superato. Una corsa meteorica analoga a quella del futurismo, ha fatto l'immaginismo, dalle cui file è uscito un vero e grande poeta, l'Esenin, la cui fama europea è indiscutibilmente più meritata di quella del Majakosvskij, e dal quale ci si sarebbe potuti aspettare moltissimo, se egli stesso non avesse, in un momento di disperazione, troncata la sua giovanissima vita. Figlio in parte del futurismo, si può considerare anche il più recente costruttivismo, anch’esso evidentemente d’origine occidentale, ed i cui rappresentanti, Selvinskij, Vera Inber e Bagrickij, non rinnegano come quello il passato, ma cercano di sfruttarne gli ammaestramenti. Ma la vera letteratura rivoluzionaria dei primi anni fu la cosiddetta letteratura proletaria, il cui corifeo, Demjan Bjednyi, ebbe grandissimo successo con la sua servile poesia politica di propaganda * 4 *