che abbiamo visto sotto forma di fotografìa sulle riviste illustrate di tutto il mondo', ci rappresenta invece il poeta del tutto europeizzato, seduto sopra un divano accanto alla Dunean, la quale tiene un libro aperto sulle ginocchia, un libro che non è certo di poesie di lui, che ella non capisce una parola di russo, ed egli nessuna lingua che non sia la propria, ricca e melodiosa, che ha portato dalla sua terra di Rjazan a raffinarsi a contatto dell’arte poetica dt Pietrogrado. Gli occhi son sempre quelli, ma c’è già qualche cosa che dice che la infantilità contadinesca è scomparsa; forse v’è rimasta la baldanza. E la baldanza russa— ha detto assai giustamente la Hippius — non è « forza », anzi è spesso impotenza- La baldanza fu la caratteristica del poeta nel suo periodo rivoluzionario quando egli capitò nel gruppo di Gorodeckij e dei poeti proletari — e dalla baldanza alla stravaganza il passo non è lungo- La sua istintiva forza poetica si travestì con tutti i travestimenti del momento, a quel modo che la semplice camiciola azzurra del contadino di Rjazan veniva sostituita da una camiciola di seta con la cintura dorata, e poi faceva posto all’abito del cittadino europeizzato. Ma pur nella stravaganza della veste esteriore l’animo restava ancora quello, se aversi come quelli ormai più che noti per le continue citazioni : Il corpo, il corpo di Cristo sputo via dalla bocca. Non voglio ricever la salvezza dalle sue sofferenze e dalla sua croce... * 28 *