Quell unanimità di consensi che avrebbe dovuto avere la celebrazione del primo centenario di Tolstoj, nonostante la diversa valutazione ed anche Ila negazione della sua dottrina moral-sociale-religiosa e che avrebbe fatto sentire accanto* ai russi anche gli stranieri, in mezzo ai quali si sono diffuse centinaia di migliaia di esemplari delle opere d’arte dello scrittore, è evidentemente impedita dàlie particolari condizioni politiche nelle quali vive oggi il popolo russo. La preparazione del centenario nella Russia soviettista è andata prendendo ogni giorno più un colorito speciale, che è e non vuole apparire politico*, nello sforzo vano di separare nella glorificazione la figura del titanico artista da quella dell’utopico apostolo moral-soci ale, così strettamente legata alla prima. Per noi occidentali, ccrne anche pei russi non soviettisti, questa distinzione non è cosa del tutto necessaria, anche se la nostra ammirazione si rivolge sopratutto aH’immor-tale creatore di Guerra e pace e di v4nna Karenina. La figura complessa e totale di Leone Tolstoj è per noi profondamente interessante anche* nei suoi errori di orientamento spirituale e nessun pericolo possono offrire !e sue teorie più estreme ed iconoclastiche. Non così per la Russia dei soviet). Il problema, posto oggi in forma abbastanza vivace. * 147 *