Nostalgia di tempi passati è anche in una bella poesia intitolata Figlio di cagna- « Di nuovo gli anni son venuti navigando fuori dall’oscurità e mormorano come un prato di cammomilla. Mi ricordo ora della cagna che era l’anima della mia giovinezza. Ormai si è spento il mormorio della mia giovinezza, come l’acero che marcisce sotto la finestra ma mi son ricordato della fanciulla vestita di bianco per la quale la cagna faceva da postina ». Il poeta si volge al figlio dii questa cagna : « Sono felice di ascoltare il canto del passato, ma non abbaiare, non abbaiare, non abbaiare ! Se vuoi, cane, io ti bacio per avermi risvegliato il maggio nel cuore. Ti bacio, stringo il mioi corpo contro il tuo e come un amico ti porto in casa... Si, mi piaceva la fanciulla in bianco, ma ora ho un amore azzurro ». La nostalgia che risuona in Esenin è sopratutto per la campagna. «Ultimo poeta della campagna», si disse egli stesso, ma con la campagna egli intendeva forse tutta la Russia, tanto questo senso nostalgico della terra da cui era stato generato si fuse intimamente col suo amore per la patria. E a me pare giusta l’osservazione di un suo critico che oltre le quattro mura deH’osteria, nella città egli non vide altro. Nella campagna seppe invece vedere ben altro. Tuttavia anche qui è bene intendersi : chiuso tra le quattro mura dell’osteria egli seppe egualmente vedere in esse la Russia, sebbene soffocata, (( in putrefazione e decomposizione spirituale »• Assai bene ha messo in rilievo questo contrasto, anche Alessio Tolstoj in una sua acuta caratteristica, che risale al 1922- * 32 *