dio degli scrittori d’occasione. La rivoluzione del 1905 e quella del 1917 poi, alle quali Gladkov partecipò attivamente, sono state la vera scuola del suo realismo letterario. A questa esperienza sono dovuti i suoi più recenti racconti riuniti nella raccolta L’abisso (Mosca, 1923) e il suo romanzo Cemento■ 1 racconti che han preceduto Cemento negli anni post-rivoluzionari; quadri vivaci del lavoro e della lotta, sebbene sollevati ad un tono che ne distrugge la naturalezza, furono la preparazione all’opera di maggior respiro, il romanzo. Cemento è uno dei romanzi che han fatto più chiasso nella Russia soviettista durante questi ultimi anni. Il titolo può sembrare oggi una ironia, se si pensa all’opera disgregatrice che proprio in quest’epoca è cominciata in seno al partito comunista. Il significato del romanzo è che bisogna tener fermo, cementare l’opera della rivoluzione, non permettere che le singole parti si disperdano, stringere in un tutto compatto i mattoni dell’edificio dello Stato degli operai e contadini. Ma il romanzo mostra altresì la rovina delle vecchie costruzioni e non si ha certo l’impressione che il nuovo edificio sia per esser più solido del precedente, il quale, del resto, è crollato fino ad un certo punto, senza che neppure le fondamenta ne siano state spezzate. Il contenuto del racconto è il seguente : Dopo aver passato tre anni nell’armata rossa, l’operaio Glieb Cumàlov toma alla propria casa tutto pieno di sentimenti dolci e delicati; davanti agli occhi del suo pensiero è il quadro della moglie DaSa e della * 53 *