LIBRO DECIMO, 551 corpo di cinque in fei mila ioldati. In quefto mentre, non potutali dal Chrichì per ifcarfezza di gente fare la circonval-iatione alla Piazza , havevanogli Spagnuoli goduto ogni comodo d’introdurvi foccorii. Ma coll’ arrivo de’ Savojardi cinta dall’ una parte , e dall’ altra del Fiume , pareva la fua caduta ficura, fe l’emulatione, e le gare tra’ Collegati non haveflero fnervate le forze, e i configli. Perciò , procedendoli fiaccamente nell’efpugnare T efterne fortificationi, prefero ardire Antonio Sotello , & il Marchefe di Celada di dar fopra i quartieri di Parma con tanto fucceffo, che , fe bene ributtati, v* inferirono notabiliflÌmi danni , morendo tra gli altri Ricciardo Avogadro, Brefciano, di nobiliilima Cafa, Generale della Cavalleria d’Odoardo . Da ciò prefo vigore anco Carlo Coloma, che fin all’ arrivo del Leganes di Fiandra comandava 1’ Armata Spagnuola, s’ accampò nella Lomellina in fito vicino alla Piazza attediata, imponendo al Marchefe di Torrecufo la di-fefa d’alcuni porti avanzati « I Francefi, col Duca di Parma , fi portarono oltre al Pò ne’ quartieri de’ Savojardi, per tenrare di sloggiarlo ; ma mentre il Torrecufo , fortenuto dal Coloma, tratteneva il Nemico, cinquecento foldati, Carichi d’alcune provifioni, fortiti d’ Aleftandria , entrarono in Valenza dall' altra parte tra'quartieri mal cuftoditi de’ Parmigiani, e Francefi . Ciò intefo il Chrichì, dubbioio, che gli attediati con tale rinforzo dettero fopra il fuo alloggiamento, vi fi ricon-dufle . All’ hora il Coloma, vedendo opportuno il tentativo d’un generale foccorfo, lungo le fponde del Pò dirtefe le truppe, e ricuperò un Forte a capo del Ponte, prima da’ Savojardi occupato, Di là fpinie in Valenza quanto fù bifo-gno, ottenendolo otiofamente Vittorio, & il Chrichì inutilmente tentando con una batteria di lontano impedirlo. Quefto foccorfo , levando a’Collegati la fperanza d’occupare la Piazza, dopo cinquanta giorni d’attedio, gli obligò a ritirarii. Ognuno de’ Capi, non volendo del mal fucceffo cifere 1’ autore , ò la caufa, riportò feco le fue pailtoni, e iefcufei II Chrichì ardentemente tattava la fede de’Savojar-di, quafi che, non amando quel Duca il buon’efito dell’af-fedio, haVeife ritardati i viveri , fiaccamente aflàliti i pofti del Iorrecufo, Si in fine diffimulato l’ingreifo al foccorfo. M m 4 Al- 1635 intrcdut* tivifoccerji dagli Spij-grtuoli. che batt»* no il Campi trancefe. introduf-tefiprovìfit* ni nella Piana , chefc et or-’ fa. ecfir ignea rimuoverfe. ne gli Ag-grejfori. che con ac-cufe fcam-bievoli fi di. fendono,