E la vita bolle. Intorno a me vanno e vengono Visi vecchi e giovani. Ma non c’è nessuno a cui possa levarmi il cappello, E negli occhi di nessuno trovo rifugio. E nella mia testa passano stormi di pensieri. Che n’è della Patria? Possibile che questi siano dei sogni? Io qui sono quasi per tutti un pellegrino cupo. Dio sa di che lontano paese. E questo sono io. Io, cittadino del villaggio Chè soltanto per questo sarà famoso, Perchè qui un giorno una donna ha partorito Uno scandaloso poeta russo. Ma la voce del pensiero parla al cuore : « Ritorna in te. Di che cosa sei offeso? Questa è soltanto la nuova luce che arde Di un’altra generazione presso le capanne. Tu hai cominciato già ad appassire un poco, Altri giovani cantano altri canti. Essi, forse, saranno più interessanti. Non il solo villaggio, ma tutta la terra è la loro [madre ». E già sera. D’un lieve riflesso dorato Sulle guance incavate vola un rossore secco. La lingua dei miei concittadini m’è diventata come [estranea. Nel mio paese sono come uno straniero. Ecco, io vedo : I contadini di domenica Presso la « volost » si sono radunati come in chiesa. Con dèi discorsi zoppi e non lavati Discutono la loro «vita». * 36 *