L’apparizione di scrittori contadini o meglio di contadini scrittori, non è caratteristica della rivoluzione bolscevica : già prima della rivoluzione qualcuno di essi aveva fatto capolino : quale entrando rapidamente nella classe degli intellettuali, perdendo cioè a contatto col mondo colto e letterato delle città, la propria ideologia, quale invece conservando nella attività di scrittore la propria mentalità originaria di figlio della terra. Si capisce che oltre questi veri e propri contadini si ebbero e si hanno altri scrittori che, pur non essendone figli diretti, hanno preso la campagna ad oggetto della propria attività creativa con scopi più o meno evidenti di propaganda, o per innata simpatia e fede nella sua maggiore sanità morale e sociale- L’esame artistico della campagna ha raggiunto anzi negli ultimi tempi tali proporzioni che più non bastano le dita delle due mani a contare i romanzi che ne rispecchiano la vita dopo la rivoluzione. Caratteristici fra tutti quelli della Sejfulina : Humus e V i-rineja. Ma nonostante questo interesse e la frequenza di contadini scrittori non si può tuttavia parlare di una letteratura contadina nel senso in cui si è parlato e ancora si parla di una letteratura proletaria. Si tratta generalmente di scrittori isolati, tutt’al più riavvicinantisi per la loro origine, come * 7] #