tuale efficacia anche dalla parte avversa. I comunisti fedeli a sè stessi partono anche in questa valutazione dalla parola di Lenin e la parola di Lenin era questa già nel 1911 : « Un quarto di secolo fa gli elementi critici della dottrina di Tolstoj potevano in pratica essere talvolta utili ad alcuni strati della popolazione contro gli elementi reazionari ed utopistici del tolstoismo. Nel corso' dell’ultimo decennio non poteva più esser così perchè Io sviluppo storico dall’ottanta, alla fine del secolo, era stato molto rapido'. Oggi poi, dopo che gli avvenimenti della rivoluzione del 1905 hanno messo' fine all’ « immobilità orientale », ogni tentativo di idealizzazione della dottrina di Tolstoj, di giustificazione o mitigazione della sua « non resistenza al mede », della sua invocazione allo « Spirito' », dei suoi appelli all’ « autoperfezionameno morale », della dottrina della « coscienza » e dell’ « amore universale, della sua predicazione dell’ascetismo e dlel quietismo, ecc. produce un danno immediato el profondissimo ». (D’allfe « Opere », voi. XI - parte II, pagina 174). Un tentativo di idealizzazione e giustificazione del genere deprecato da Lenin appare senz’altro quello del Lunacarskij, anima ufficiale della festa centenaria, il quale nella prefazione di una nuova edizione delle operei artistiche di Tolstoj scrive: « È diffìcile trovare un altro scrittore nel quale sia una così continua, concentrata ed acuta protesta contro ogni ingiustizia e contro' tutte le forme1 di oppressione dell’uomo da parte dell’uomo. In ciò Tolstoj è nostro alleato. L’appassionata sete di verità, di * |49 *