« grandi ideali astratti ». Essi combattono appunto perchè non vogliono combattere. Questa verità è al'a base dei principali racconti di Ivanov : vedi per es. Il treno blindato N- 1469; Partigiani-, Venti colorati- Il contadino fa passare in seconda linea il proletariato : ciò è stato rimproverato all’Ivanov come « tendenzioso », ma in verità a me pare ingiustamente in quanto che il tono- di esaltazione della rivoluzione, attraverso tutti g'i orrori di essa, è cosi energico da non ammettere dùbbio alcuno. E la guerra civile nella campagna è quella a cui l’Ivanov ha assistito e partecipato ed è naturale la sua predilezione da', punto di vista creativo. Tanto più che c’è in fondo all’animo dello- scrittore una vera per quanto inconscia aspirazione panteistica, che gli fa vedere l’uomo fuso con le diverse manifestazioni della natura, e questa aspirazione non poteva essere soddisfatta se non nel pieno regno della natura- Da qualche critico lo sviluppo dell’Ivanov da « serapionide » a scrittore del tutto indipendente, è stato attribuito all’influenza di Pilnjak. Può darsi che qualche dipendenza stilistica possa dimostr arsi anche cronologicamente, ma è certo che Ivanov non potrebbe richiamarsi al maestro dell’arte narrativa russa contemporanea, Ivan Bunin, come si richiama il Pilnjak- Pilnjak è certo uno dei più originali fra i nuovi scrittori russi : della sua formazione spirituale nei vortici della rivoluzione non è da dubitare, perchè la rivoluzione lo sorprese studente. La più intensa * 96 *