LIBRO DUODECIMO. 761 fe iblamente di prefervare gl’ interdi! di Parma foffero per re- 1643 ilare contenti. Svaniti in finecontra la Tofcana con indecoro, ccno. e con danno i difegni di Barberino, anche il Cardinal’ An-tonio fi portò a Roma, per richiedere molte occorrenze, al- imprcfper» le quali non fi poteva fupplire, che con grave difpendio. In-formò infieme dello flato dell’ Armi, e della neceifità de’ rinforzi ; narrò il pefo, che per gli allòggi portava lo Stato ; i gemiti de’ fudditi per le defolationi del Paefe, e le difficul-tà , ò in ricuperare il perduto , ò in confeguire acquifti fopra a stand,-de’Collegati . Perciò la Congregatione di Stato , flabilitafi efpreffamente per la difcuffione di tale affare, foilenendo la c*/™. volontà del Pontefice , conchiufe, che Caftro s’ haveffe a ren» dere al Duca Odoardo . Non poteva il Cardinal Barberino . più a lungo refiftere all’ inclinatone comune ; ancorché ftimaf- propofition le, che con la reftitutione di Caftro, dopo guerra infelice , foffe per riufcirne indecorosa la pace. Ad ogni modo ritrat- de/; a bì-tatofi dal Pontefice co’ Miniftri Cefarei ’1 partito del depofito, quafi che foffe flato più cafuale difcorfo, che precifa propo-ila, fù a Bichi confegnata fcrittura con prometta della refti- ¿Ili dìm-turione predetta . Se di quefto folo foffero per appagarfi i Col- do™„renun. legati, fi rendeva ancora dubbiofo ; anzi ne’ Congreffi in Ve- do i Veneti , netia infiftevano i Modonefi, che , fe non le ragioni fopra Ferrara , almeno quelle di Comacchio foffero dalla Lega prò- afare di tette a favore del Duca. I Venetiani (limavano bene di non Patl7a»cora infiftere in altro , che negl5 intereilì di Parma ; ma di non efprimerfene fin5 a tanto , che non foffe fopra tal punto la men- »«/¡T-SE te di Barberino più certa, accioche , ficuro da maggiori n\o- ‘“IZLtt-leftie, non intorbidaffe di nuovo i trattati. Ma il Gran Du- ne di Barbe-ca, che il pefo della guerra gravemente fentiva, fi dichiarò y col Cardinal Bichi, che, da Roma andando a Venetia, paf- Gran Duea sò per Firenze, che, falve le proprie ragioni , e gli antichi ‘Ziumpìl intereffi, farebbero i Collegati della redintegratione del Du- pe.r* ca di Parma contenti . All5 arrivo del Cardinale in Venetia iSV vi giunfero i Duchi di Modona, e Parma; e già vi fi trova- èZZcaVe‘ vano il Gondi, & il Tefti, difcutendo col Nani, e colGuf- dove tra* foni, che di nuovo il Senato vi deftinò , non tanto i prò-getti di pace, che andavano fopravvenendo , che i concerti y.uaìmtnt* dell Armi, fe la trattatone fvaniffe. Onde , per rimediar’ a x ìa Guerra .