La distinzione in due campi più o meno l’un contro l’altro armati, che caratterizza l'odierna letteratura soviettista, il campo cioè della letteratura proletaria, la fedele guardia delle conquiste rivoluzionarie e quello dei « popuciki », non esclude la possibilità di sfumature e di toni differenziatori entro il loro stesso àmbito. Non sono eccezioni i « poputciki » di origine proletaria (per esempio Isaak Rabel, Vsevolod Ivano-v, Aleksandr Jakovlev ed altri) che danno al movimento una vera e propria ala sinistra, nè gli scrittori proletari che, con intuito artistico, non si preoccupano di dimostrare questa o quella ideologia, ma le proprie forze creative misurano a contatto1 della realtà loro nota (per esempio il Furmanov) nè infine scrittori come A,ro-sev, Semjo-nov (l’autore del romanzo Fame notissimo anche in Occidente) e Tarasov-Rodionov che sono ora sull’una ora sull’altra riva della corrente. Ma oltre queste interferenze, naturali data da una parte l’inevitabilità di una più o meno evidente adesione al regime social-politico dominante, e dall’altra la vittoria che l’arte vera riporta sui suoi fedeli, qualunque sia la loro mentalità iniziale, vi sono sfumature più delicate che mostrano- una sempre maggiore determinazione del posto che in Russia lo scrittore in quanto- individualità occupa nella * 129 * 9 - E. Lo Gatto : Letteratura soviettista.