lerò, arderò, torturerò- E con entusiasmo. Se resterò senza mani, senza gambe, striscerò, sparerò coi denti. — Io non provo un simile odio — dice un altro ufficiale. — Mia io sono un uomo attivo e in una epoca simile non posso stare con le mani in mano. E la scelta è una sola, o coi bolscevichi o coi volontari... Ed io son andato con quelli che dicevano di lottare per la libertà e per l’Assemblea costituente- Ma a quanto pare alla maggior parte ciò non importa nulla. Essi vogliono- semplicemente far tornare il passato. E del popolo se ne infischiano. E il popolo è avverso a tutti noi, ci odia... La borghesia ci scongiura, ma non ci appoggia nè col danaro nè col sangue ». La storia del periodo terribile è tutta fatta così, in dialoghi, episodi, dispute. E da questa narrazione vivace risulta il distacco della vecchia « intelligen-cija » dal popolo; lo scrittore, evidentemente, nel suo sforzo di obbiettività, doveva soffocare in sé le cocenti lacrime della disillusione. L’urto tra la teoria, grave, precisa, matematica e la pratica semplice, immediata, elementare, è rappresentato in numerosissimi episodi. Uno assai caratteristico, merita di essere ricordato. Uno degli intellettuali vinti dalla nuova corrente è Ilja Iljic Sartanov, medico dello Zemstvo, un vecchio democratico, socialista, che ha conosciuto la prigione varie volte per aver protestato contro la pena di morte- Con lui vive la figlia Katja, menscevika. I soldati rossi vengono a fare una perquisizione in casa di Sartanov e parlano con Katja- Uno di essi domanda : * 142 *