terra promessa. La strada va (attraverso l’inferno, dove i proletari spaventano i diavoli con la descrizione della civiltà capitalistica) fino al cielo dove gli angeli per la noia ricamano il nome del salvatore nelle nuvole e Rousseau e Tolstoj reggono come morte cariatidi la volta celeste, e, dal cielo, nella vera terra promessa dove le macchine una volta così odiate dal proletario, gli chiedono umilmente perdono e si mettono al suo servizio per far tutto quel che egli desidera. Nel poema 150 milioni è fatta una feroce satira non solo del mondo capitalistico, ma deH’onnipotenza a cui sembrava essere arrivato il presidente Wilson alla fine della guerra europea. Per intendere questo poema bisogna tener presente che esso fu scritto come protesta contro il cosidetto cordone sanitario con cui l’Europa e l’America circondarono la Russia so-viettista nel 1919-1920. Il tono generale della poesia di Majakovskij è certamente vicino a quello dei poeti proletari, molti dei quali del resto da lui hanno appreso modi e sistemi per far della poesia strumento di propaganda. Vicino invece al mondo della poesia dell’ « intellighencija » fu un altro capo del movimento futurista, passato poi al gruppo degli immaginisti : Boris Pasternak. Anche Pasternak, come Majakovskij esercitò nei primi ar.ni della rivoluzione una forte influenza sulla nuova gioventù. Poeta di grandi risorse ritmiche, che nella loro novità tuttavia non urtano la sensibilità dell’orecchio abituato ai ritmi classici, come l’urtano invece spesso i versi di Majakovskij- L’arditezza di Pasternak è forse più sintattica che lessicale : meno di Maja- * 20 *