corda nel proprio passato una fotografia di un piccolo ragazzino ebreo, magro, con dei grandi occhi ingenui, che guarda con una sorprendente tenacia non infantile fisso in un punto da dove, gli han detto che deve venir fuori un uccellino. L’uccellino non era uscito ed egli per poco non aveva pianto per la disillusione. Ma quante disillusioni c’erano volute ancora perchè egli si convincesse che le cose non vanno secondo le promesse... «solo allora aveva compreso egli quale enorme danno apportino agli uomini le menzognere favole intomo ai begli uccellini, che molti uomini aspettano inutilmente per tutta la loro vita ». « No, egli non aveva più bisogno di queste menzogne, di queste illusioni..... Vedere tutto com’è in realtà per poter mutare e così guidare gli altri» — questa era la semplicissima, ma non facile saggezza a cui era arrivato Levinson. Non così sono gli altri due eroi : Morozka e Me-cik. Tuttavia anche in essi l’autore ha cercato di scoprire accanto ai difetti e alle debolezze x lati migliori : il sentimento della gratitudine in Mecik, il senso del dovere in Morozka. In Morozka certo poco simpatico per quanto riguarda i rapporti con la moglie, profondamente commuove l’affetto per il cavallo'- E la scena in cui, dopo la morte del cavallo1, egli si ubbriaca per la disperazione, è assai riuscita. L’autore dimostra un’acuta sensibilità psicologica scegliendo questo momento per la riconciliazione con la moglie che, dopo vani tentativi per attirare a sè M’ecik, vi ha rinunziato, dandosi persino ad altri « per dispetto ». Anche altre figure rimangono impresse nella me- * 65 * 5 - E. Lo Gatto : Letteratura soviettista.