La Vita IX Anche stavolta gli intralci amministrativi fecero trascorrere tutta un’annata, arrecandogli dispiacere che fu un nulla rimpetto al fiero colpo riserbatogli nel maggio del ’79 : la perdita della madre adorata. La ripercussione di quella scossa s’è propagata nei prodotti intellettuali del figlio. È certamente della mamma moribonda la mano che nella Paura fa l’estremo sforzo per benedire senza poter più piegare le dita, senza sentir la stretta dell’ultimo addio! «La mia povera madre si addormentò tra le nostre braccia e l’ultimo suo sguardo fu 1111 sorriso e una carezza per i figli suoi. La sua malattia fu brevissima e morì senza punto soffrire. Il solo dolore che la tormentò era il pensiero che ci saremmo afflitti e che la sua partenza ci avrebbe sprofondati nel cordoglio e nel lutto. Essa si spense felice in mezzo all’affetto dei suoi figli, col volto sereno, senza paure, senza cercare i conforti della religione, colla coscienza tranquilla e purissima d’una madre esemplare. » (Lettera a J. Mole-schott, del 21 maggio 1879). Invano tentò di consolarsi col lavoro, e intraprese un viaggio più di cura che di studi, per l’Inghilterra e l’Olanda. Quasi sul limitare del ritorno « con una sorpresa che proprio non s’aspettava » ebbe notizia (20 settembre 1879) del premio Reale conferitogli dal-l’Accademia dei Lincei per le memorie raccolte in Circolazione del sangue nel cervello dell'uomo. « Ne ebbi tale una contentezza ed un’emozione così grande che non potei addormentarmi fino a notte molto inoltrata. Quando volgendomi indietro vedo i passi rapidissimi che ho fatto nella mia carriera mi par proprio un sogno. A Lei che m’ispirò per primo il culto della scienza e l’amore dello studio, a Lei che mi incoraggiò e mi sostenne sempre, devo questi onori e questi trionfi che mi rendono felice e lieto della vita. » (Lettera a J. Moleschott, 21 settembre 1879). Si sentono ancora una volta pulsare i medesimi sentimenti d’un animo grato nella lettera dedicatoria premessa alla stampa dell’opera premiata. Alla fine anche la questione della cattedra di fisiologia ebbe il suo più naturale scioglimento e l’antico allievo ascese la tribuna del maestro inviandogli un saluto e un giuramento il 27 novembre 1879 con una prolusione «scelta per ¡spiegar bandiera e per dimostrare che si sarebbe conservata la tradizione della Scuola ». Come nell’aprire il corso di Materia Medica aveva celebrato la sovranità dei fatti al disopra del verbalismo cattedratico, così in Psicologia e fisiologia sperimentale (che 11011 fu più stampata) dovè insistere sulla necessità di penetrare, mercè la metodica fisica, oltre le trincee metafisiche nel campo dei fenomeni nello spirito. Coincidenza augurale e designatrice ! Sulla stessa cattedra la prolusione antecedente (Veder nascere, 5 novembre 1878), pronunciata dal Moleschott, aveva illustrato ampiamente le recenti b