La Tita vii nell’ufficio e per aspirare poi al posto dell’Estero, attese a parecchi lavori tra i quali sono maggiormente segnalabili, a detta dello stesso autore, quello Sull’irritazione del cervello per anemia e l’altro Sui movimenti dell’esofago. Dal Laboratorio Fisiologico torinese e dalla sua biblioteca gli continuavano gli incoraggiamenti e, talvolta, i libri necessari alla redazione delle memorie. Il biennio di Firenze fu integrato col biennio di Lipsia (1873-74). Se il fisiologo olandese — ospite dell’Italia nuova — aveva svegliato e cresciuto nel Mosso la vocazione del ricercatore, ne aveva educato a fondo più che altro il sentimento intellettuale, Carlo Ludwig gli addestrò principalmente la mano e gli strumenti logici alla tecnica e alla indagine sperimentale. Questi da circa un quarto di secolo (1847) aveva inciso il proprio nome nella storia della scienza coll’applicazione del metodo grafico agli studi di fisiologia secondo un principio impiegato originariamente da James Watt; e colla trasformazione deWemodina-mometro di Poiseuille in chimografo. L’Istituto fisiologico della nostra Università custodisce — prezioso cimelio regalato al Mosso dall' inventore — un esemplare dei primi tracciati, dei « balbettamenti » dell’apparecchio. Con Du Bois-Reymond, con Helmholtz, con Briicke era il Ludwig una colonna nei paesi di lingua tedesca della rinnovata scuola, eretta di fronte al vitalismo müUeriano: intorno a lui, attratti anche da un suo fascino singolare, s’aggrupparono tirocinanti fisiologi di ogni favella, così folti che il professor William Stirling, uno di essi, li numera a sopra trecento. Coi metodi fisici colà in voga si sarebbe trovato a miglior agio il cervello del Mosso, che candidamente confessava (lettera del 10 gennaio 1879) «esser di certo la chimica la parte più debole della propria educazione scientifica » e che, fors’anche 1111 po’ per eredità, sentiva l’inclinazione a bene adoprare quegli argomenti meccanici, onde si giovarono più tardi i suoi trovati. La dimora a Lipsia fruttò all’avvenire di lui e alla nostra scienza tre lavori di polso, tra gli altri, e cioè le Nuove proprietà delle pareti dei vasi sanguigni, i Movimenti idraulici dell’iride e la proposta del pleti-smografo. Anche l’animo del giovane italiano ebbe profitto da quel soggiorno, chè s’affratellò con continuità d'affetto a più compagni ‘li Laboratorio, primo fra questi il professore Hugo Kronecker, al quale ben fu dedicata più tardi la Fatica. Per valutare il tesoro <1 una tale amicizia è sufficiente aver assistito una volta all’operare di quello sperimentatore squisito e aver barattato breve conversazione con quel caro uomo, elegante d’ogni più bella sapienza. I ineriti e le affabili maniere procurarono al Mosso più d’un’of- • erta d'assistentato nelle Università tedesche. Elesse di rimpatriare, 11 che fece dopo una sosta a Parigi per visitare i maestri francesi