262 l’età del rame in Italia lare simile ai pugnali di Haghia Triada, pure di rame *), della stessa forma e dimensioni, colla base arrotondata. L’accetta fig. 172 appartiene ad uno dei tipi più arcaici2). Per ultime compaiono le accette di rame coi bordi bene rialzati (fìg. 170), e fuse con una specie di listello laterale che serve a fissare più saldamente l’accetta nel manico. La diffusione delle accette piatte e di quelle coi bordi rialzati da un estremo all’altro d’Italia, prova che l’età del rame deve essere stata molto lunga. Ci vuole già in tempo considerevole, perchè cambii la forma di uno strumento; ma perchè tale mutamento compaia da un estremo all’altro della penisola dobbiamo ammettere sia occorso un tempo molto più lungo. La statistica del Much è importantissima in questo riguardo, perchè avendo egli raccolto per tutta l’Europa i dati su centodieci travamenti (senza che vi siano compresi gli ultimi scavi fatti in Italia), dimostrò che solo 41 ve ne erano nei quali stavano insieme armi di pietra, di rame e di bronzo. Si deve in base a queste cifre ammettere che il bronzo si diffuse lentamente, se in tante tombe come in queste di Remedello e nelle altre, rimase ignorato il bronzo alla fine dell’età neolitica, quando già usavasi il rame3). La lunghezza dell’età del rame in Italia risulta dai mutamenti sopra ricordati nella forma delle accette. Infatti, i loro bordi fortemente rialzati, sono tale invenzione per la quale occorsero oerto molti secoli di applicazione e diligente esperienza. Perchè le alette e i bordi rialzati non servono solo a tener fermo l) Sono grato al prof. Brizio, di buòna memoria, di avermi concesso' di fare Tanalisi di quest’accetta. a) L’analisi diede i seguenti risultati: rame 99,700; stagno 0,079%. Questo è il secondo tipo delle accette, secondo la classificazione del Colini (Bullett. eli paletn. Hai., XXVI, 1900. p. 232), a cui rimando per la bibliografia. Il terzo tipo ha contorno trapezoidale (dice il Colini), o quasi rettangolare, col margine affilato meno curvo, ma più espanso del precedente e con la base rettilinea, o ad angoli arrotondati. A questo tipo appartiene un’accetta di rame trovata da Paolo Lioy (Memorie R. Istituto Veneto, XIV, 1876, tav. XIX) nel lago del Fimon ed anche questa, secondo una lettera che mi scrisse il Lioy, sarebbe di rame. La quarta classe è caratterizzata dai fianehi dritti, quasi paralleli, e dalla espansione del margine affilato che si protrae al di là dei lati e forma angolo con questi. Tali sono le accette di Remedello, del Viterbese, del lago Trasimeno e della Sicilia, delle quali ho riprodotto le immagini. Il quinto tipo ha il corpo relativamente stretto, che si rastrema regolarmente verso il tallone, e si allarga a mezzaluna nel margine tagliente. In un sesto gruppo il Colini riunì le accette con le faepie completamente piatte a base retta e coi fianchi dritti e paralleli nella parte superiore, mentre sono incavate inferiormente per formare il margine affilato espanso a mezzaluna. 3I Much, Die Kupferzeit in Europa, p. 230.