538 DELL' HISTORIA VENETA 1635 T Elettore. Ma egli rimettendo a Cefare la rifpofta, mentre invanitali1 prosava a’di lui ordini haver’ obbedito , s’efpedì dal R¿ !'úfame‘ Lodovico un’Araldo a Bruttelles , che intimaiTe coll’antiche St/r’ forme la guerra, e quali nello fletto tempo fi mottero nel Me- slittare. fe di Maggio le Armi. L’ Efercito Francefe da’ Marefcialli di ww*a Sciattiglion, e di Brezè appretto Mezieres era flato raccolto* cierra a e com’ ¿ folito delle prime motte, quando particolarmente s* £TUj]tll9S •• Il • f* % « radunai, intraprende la guerra per ammonta , c per vendetta, ogni co- 1 fa foprabbondava, onde il numero delle Militie eccedeva i patti, e le provifioni militari parevano fuperiori al bifogno : perche la Francia, trovandoli nel colmo della riputatone, e della potenza , numerava in quel tempo fbtto le fue Infegnc in più parti cento trentamila huomini a piedi, e quindici mi-ti,imiafi la a Cavallo, con infinito numero d’Artiglierie , & abbon-YtlubtUa' danza d’ogn’altro apparato. Incaminandoiì verfo Maflricht i ’"rotti ai Francefi con più di trenta mila combattenti, c quarantacan-Uñajin d*i noni, il Principe Tomaio con deboli forze appretto Avefncs Principe tentò di combatter’ il patto, e fù con molta flrage battuto j T¡ajjíafe. onde, inoltrandofi fenza contratto, fi unirono coll’Oranges, c^c attendeva con venti mila Fanti, e fei mila Cavalli , pafnar^ai- e ottanta pezzi d’ artiglieria . Appariva 1’ Efercito formidabile Pcr numero , e per valore , e di già il Mondo fupponeva prio numero uguale alla forza la felicità dell’ imprefe. Ma , ben pretto a linMriel' tanta moltitudine mancando i viveri , 1’Efercito cominciò a invtflifeeii divorare fe fletto nell’inopia, e confumarfi co’difagi. 11 Bra-(on metter’ bante fù invafo, c Tirlemont, terra grotta, ma debole, prc-"limónt T‘r' ^ per forza, provò fieramente nella flrage, e nel facco il pri-eoptrto/f mo sfogo della militare licenza . Stavano gli Spagnuoli col \u“sp'Ja grotto appretto Lovanio accampati , per coprire quella Città gnuoii. di giro grande, ma fiacco , & infierne con la Città il vici-ftutoiidirè- no Paefe. I Collegati, per tirarli a battaglia, finfero d’avan-zarfl a JBruitcllcs , non fenza fperanza nella conflernatione ,* aècofta- univerfale, che lo.r fortifle occuparla . Ma l’Oranges, ritar-}!u¿. dando la motta, diede tempo a gli Spagnuoli d’accoftarvifi. pajfanio Contramandarono all’ hora verfo Lovanio i Collegati la Mar-1‘ifüiiré'u. chia, e con empito l’invertirono ; ma fù altrettanto valida v‘tbe>¡ntre- difefa, dal Baron di Gravendon , Governatore , foflenuta, pìiament, coll’ alfiflcnza d’un buon numero di fcolari di quella cele-T,W*' bre